Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 11:25
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Dentro la scuola più costosa del mondo

Immagine di copertina
Credit: Le Rosey

Le tasse annuali ammontano a 108.900 franchi svizzeri, circa 100mila euro. Tra gli ex studenti vi sono re Alberto II del Belgio, lo Shah iraniano, il principe Ranieri di Monaco e il re Farouk d'Egitto

L’Institut Le Rosey in Svizzera è la scuola più costosa del mondo. In primavera e in estate il campus è quello della tenuta Château du Rosey del XIV secolo a Rolle, sul lago di Ginevra, in autunno e in inverno ci si trasferisce in uno chalet della stazione sciistica di Gstaad, sulle Alpi svizzere.

Le tasse annuali ammontano a 108.900 franchi svizzeri, circa 100mila euro.

Tra gli ex studenti vi sono re Alberto II del Belgio, lo Shah iraniano, il principe Ranieri di Monaco e il re Farouk d’Egitto.

Secondo alcuni dati diffusi dalla prestigiosa scuola, il 30 per cento dei suoi studenti accede alle università migliori del mondo, tra cui cui i college dell’Ivi League, il MIT e Oxbridge (Oxford e Cambridge).

“Siamo la più antica scuola internazionale della Svizzera. Abbiamo un certo peso a causa delle famiglie che sono passate di qui prima”, ha dichiarato Felipe Laurent, ex studente portavoce di Le Rosey, a Business Insider.

Le tasse annuali comprendono qualunque spesa, dalle gite scolastiche ai pocket money a disposizione degli studenti, diversi a seconda dell’età.

Gli studenti arrivano al campus principale La Rosey a settembre, dopo Natale si trasferiscono a Gstaad, dove trascorrono i mesi invernali in uno chalet dove vi è la possibilità di praticare sci e altri sport invernali. Si tratta di una tradizione della scuola in vigore dal 1916. Dopo il break di marzo, gli studenti tornano al campus principale e vi rimangono fino a giugno. Gli studenti attualmente iscritti sono 400, dagli 8 ai 18 anni e vengono da 67 paesi diversi. È possibile studiare fino a 4 lingue alla volta, tra cui lo Swahili o Dzongkha.

Nonostante le tasse molto alte, ogni anno vi sono circa 4 candidati per ogni posto disponibile. Ogni classe è formata da meno di 10 studenti. Circa 150 sono gli insegnanti.

Gli studenti condividono camere doppie, ma cambiano compagno di stanza 3 volte l’anno.

È possibile praticare tantissimi sport diversi, dal canottaggio alla vela, dall’hockey allo sci, e la domenica si può accedere a spa, sauna e bagno turco. Gli studenti, a turno, fanno da camerieri per servire i pasti.

“Naturalmente siamo una scuola costosa, ma i nostri ragazzi sono ragazzi normali”, spiega ancora Laurent. “È un luogo dove i sogni si possono avverare”.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Trump fa causa alla BBC per diffamazione e chiede un risarcimento da 10 miliardi di dollari
Esteri / Ucraina, dopo Berlino Trump è ottimista: “Mai così vicini alla pace”. Ma resta il nodo Donbass con la Russia
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Ti potrebbe interessare
Esteri / Trump fa causa alla BBC per diffamazione e chiede un risarcimento da 10 miliardi di dollari
Esteri / Ucraina, dopo Berlino Trump è ottimista: “Mai così vicini alla pace”. Ma resta il nodo Donbass con la Russia
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno