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Home » Esteri

Arrestata una seconda sospettata per l’omicidio del fratello di Kim Jong-un

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Secondo alcune fonti, il corpo di Kim Jong-nam presentava schiuma intorno alla bocca, segno di avvelenamento. Funzionari nordcoreani avrebbero assistito all'autopsia

Le autorità malesi hanno fermato una seconda donna sospettata di essere coinvolta nell’omicidio di Kim Jong-nam, fratellastro del leader nordcoreano Kim Jong-un, giovedì 16 febbraio 2017. Stando a quanto reso noto dalla polizia malese, la donna arrestata avrebbe un passaporto indonesiano e oltre a lei sarebbe stato fermato anche il compagno, un uomo malese. Fonti locali riferiscono che ci saranno ulteriori arresti. 

S&D

Intanto, emergono sui media sudcoreani nuovi particolari sulla vicenda. Tv Chosun, ha riferito che il riconoscimento di Kim è avvenuto grazie alle impronte digitali messe a disposizione da Seul su richiesta delle autorità malesi. Il Chosun Ilbo, quotidiano di Seul, ha scritto che all’identificazione hanno contribuito funzionari sudcoreani inviati in Malesia: “I nostri funzionari si sono recati all’obitorio per vedere il corpo di Kim”, ha detto un funzionario governativo secondo il quale “aveva schiuma intorno alla bocca, che è il tipico segnale di decesso per avvelenamento”. 

Per i media malesi, il veleno usato sarebbe “più forte del cianuro”. All’autopsia avrebbero assistito l’ambasciatore nordcoreano e altri funzionari di Pyongyang.

L’uomo è stato ucciso presso l’aeroporto internazionale di Kuala Lumpur, in Malesia, dopo essere stato avvicinato da due donne lunedì 13 febbraio. Nella giornata di mercoledì 15 febbraio è stata arrestata una prima sospettata, una donna in possesso di passaporto vietnamita, individuata all’aeroscalo grazie alle immagini delle telecamere di sicurezza. 

L’autopsia sul corpo della vittima si è conclusa lo stesso giorno senza che fosse possibile stabilire con esattezza le cause del decesso. I media malesi hanno inoltre riferito che i funzionari nordcoreani, contrari all’autopsia, avrebbero chiesto l’immediata consegna del cadavere del fratellastro del leader Kim Jong-un, ottenendo un secco rifiuto da parte delle autorità locali.

Kim Jong-nam, 45 anni, era il primogenito del “caro leader” Kim Jong-il e sarebbe dovuto essere il suo successore. Il figlio di Sung Hae-rim, un’attrice sudcoreana di nascita morta a Mosca, cadde in disgrazia nel 2001 quando tentò di raggiungere il Giappone con un passaporto falso perché voleva visitare Tokyo Disneyland.

Dal 1995 viveva tra Pechino e Macao e dopo la morte del padre si trasferiva spesso in diversi paesi del sudest asiatico per timore di essere raggiunto dai sicari di Kim Jong-un e ucciso. Intervistato dai media giapponesi, espresse delle critiche al regime guidato dal padre prima e dal fratellastro poi, auspicando una stagione di riforme.

Se dovesse essere confermato che il mandante dell’uccisione è il regime di Pyongyang, questo sarebbe il secondo omicidio d’alto profilo che si consuma all’interno della famiglia di Kim Jong-un negli ultimi anni. Nel 2013, lo zio Jang Song-thaek era stato messo a morte dopo essere stato accusato di essere un nemico della rivoluzione, e le sue immagini sono state rimosse in una sorta di damnatio memoriae digitale.

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