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    Esclusivo TPI: “Sono positivo al Covid, ma Ats Milano non riesce a farmi il secondo tampone. E i privati mi rifiutano”

    Di Lorenzo Zacchetti
    Pubblicato il 3 Nov. 2020 alle 14:35

     

    La mail inviata da Ats Milano

    La vicenda del paziente positivo al Covid-19, al quale ATS non è stata in grado di fornire un tampone di controllo entro otto giorni, sta facendo molto discutere. Resa pubblica dal post su Facebook di un amico della persona in questione, è rapidamente diventata virale, suscitando commenti anche piccati. Oltre a chiedere una conferma e un commento alla stessa ATS, dalla quale stiamo attendendo riscontro, TPI ha rintracciato il protagonista di questa storia: un ragazzo di 31 anni che lavora in uno studio legale e che ha accettato di raccontare la propria esperienza. Ovviamente, la sua identità rimane confidenziale per la doverosa protezione che si deve fornire a un dato sensibile quale la condizione di salute (Leggi anche: L’incredibile mail dell’Ats Milano: caro positivo, non possiamo farti il tampone. Fallo tu da un privato).

    Prima di tutto, come stai?
    “Tutto sommato, bene. Ho avuto i primi sintomi il 17 ottobre, ma la febbre era solo lieve. Ho anche avuto raffreddore e perdita di gusto e olfatto. Il 20 ho effettuato il tampone e dopo tre giorni, cioè il 23, ho avuto l’esito positivo. Secondo le indicazioni dell’ATS, da quella data sono decorsi 10 giorni e, in assenza di sintomi, l’undicesimo giorno è possibile prenotare un tampone di controllo. Oggi per me era l’undicesimo giorno e quindi ho provato ad accedere al sito indicatomi dall’ATS attraverso un link via sms, ma non è stato possibile prenotarlo, perché non c’è l’opzione che dovrebbe apparire. Quindi ho mandato una mail all’ATS, la quale mi ha risposto con la mail che avete visto: non c’è la possibilità di fare il tampone di controllo entro otto giorni. Eppure sarebbe un risultato, piuttosto che non avere nessuna data. Quindi mi sono rivolto alla sanità privata, ma la maggior parte dei centri non effettua il secondo tampone, perché si vuole evitare che chi è già risultato positivo si rechi nello stesso ambulatorio con chi lo fa per la prima volta e magari è sano”.

    E quindi adesso cosa farai?
    “Adesso mi trovo in questo cortocircuito, ma c’è da dire un’altra cosa importante: secondo le indicazioni dell’ATS, dopo 21 giorni dai primi sintomi, se stai bene, puoi uscire anche in assenza di un tampone negativo. Si assume il fatto che, trascorso questo tempo, non si sia più infettivi, nonostante il tampone positivo. Quindi io tra poco potrò tranquillamente uscire, ma il titolare dello studio dove lavoro richiede un tampone negativo per farmi tornare, dunque in qualche modo dovrò riuscire a farlo, anche perché le persone si sentono più sicure a entrare in contatto con te se c’è un test negativo. Credo proprio che ci siano delle basi scientifiche,comunque i 21 giorni sono il periodo indicato convenzionalmente. Certo, sia per se stessi che per gli altri, sarebbe più rassicurante avere un tampone negativo. Non vedo l’ora di uscire, perché è una settimana piena che non ho più sintomi. Per fortuna riesco a lavorare anche da casa, perché sono una partita IVA. Vivo da solo, ma in questa fase mi sono arrangiato facendo la spesa online, quindi non è stato un grosso problema”.

    Come ti sei sentito ricevendo questa mail?
    “Sinceramente non mi aspettavo nulla di diverso, dopo aver visto che sul sito non si poteva prenotare il tampone. Io peraltro ho risposto a questa mail, spiegando che ho difficoltà a prenotare il tampone di controllo dai privati e che quindi mi aspetto che mi comunichino loro una data, al più presto. Vediamo cosa rispondono, ve lo farò sapere. Passerò il resto della giornata a cercare di trovare posto in un centro privato, accollandosi il relativo rischio. E, tra l’altro, lo stesso rischio c’è in ATS, dove ci si mette in fila per code chilometriche, con altre persone che potenzialmente sono anch’esse positive o che devono fare il controllo. È solo una tutela che le strutture private adottano in modo indipendente. L’unica soluzione sarebbe il tampone a domicilio, ma evidentemente è troppo dispendioso, sia in termini di costi che di risorse umane. Tant’è che un noto istituto privato me lo ha proposto a 200 euro, ma ovviamente ho declinato”.

    Leggi anche: 1. L’incredibile mail dell’Ats Milano: caro positivo, non possiamo farti il tampone. Fallo tu da un privato / 2. Genova, aveva chiesto il tampone il 13 ottobre ma la Asl lo chiama solo il 26: ora è ricoverato attaccato al caschetto

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