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Home » Esteri

Migranti, la polizia francese è accusata di aver aggredito i volontari a Calais

Immagine di copertina
Credit: Getty Images

Quattro associazioni che si occupano di distribuire cibo e acqua ai profughi hanno denunciato diversi episodi di violenza verbale e fisica ai danni dei loro operatori

I volontari che distribuiscono cibo e acqua ai profughi hanno denunciato di essere spesso intimiditi e aggrediti dalla polizia francese di Calais, secondo quanto si legge in una relazione presentata al legale delle Ong.

S&D

Quattro associazioni che si occupano della distribuzione di aiuti sulla costa settentrionale della Francia, tra le quali rientra anche il gruppo inglese Help Refugees, hanno pubblicato un rapporto in cui affermano che tra novembre 2017 e luglio 2018 ci sono stati più di 600 episodi di intimidazione ai danni dei loro volontari.

Le accuse vanno da controlli eccessivi sull’identità dei loro collaboratori, fermi, multe arbitrarie per il parcheggio, sanzioni, minacce, insulti, oltre a episodi di violenza verbale e fisica.

Secondo il rapporto, si sono verificati 37 episodi di violenza fisica: in un caso, la polizia è accusato di aver spinto a terra un operatore, di avergli sottratto il cellulare e di aver costretto gli altri volontari lì presenti ad allontanarsi dalla zona in cui stavano operando.

In alcuni casi i volontari britannici sono stati individuati dalla polizia francese e non è stato permesso loro di distribuire cibo e acqua.

I volontari con passaporto britannico o che usavano veicoli britannici sono stati sottoposti spesso a controlli nella città francese di Dunkerque ed è stato detto loro che “le associazioni inglesi” non erano autorizzate ad operare in Francia.

“Sono stati segnalati casi di violenza e intimidazione contro i volontari di tutte le nazionalità, ma sono stati presi di mira principalmente i volontari britannici, soprattutto coloro che si occupavano della  distribuzione di aiuti a Dunkerque”, ha spiegato Maddy Allen, responsabile francese di Help Refugees.

“Tutto ciò è estremamente preoccupante. Sembra un comportamento assolutamente arbitrario e le autorità non hanno il diritto di prendere di mira i volontari britannici “.

“I nostri osservatori si trovano nel nord della Francia per monitorare i casi di aggressione e intimidazione da parte della polizia contro i rifugiati e hanno notato che molto spesso le forze dell’ordine vessano anche i nostri volontari”, ha continuato Allen.

“Le aggressioni a cui siamo sottoposti sono niente rispetto a quello che viene fatto ai rifugiati che si trovano a Calais e ciò è davvero preoccupante “.

Dopo lo smantellamento dell’enorme campo profughi di Calais nel mese di ottobre 2016, centinaia di persone hanno trovato rifugio sulla costa settentrionale della Francia e sono costretti a vivere in condizioni degradanti e senza aver accesso ai servizi igienico-sanitari.

Nella città di Calais sono presenti numerosi agenti delle forze dell’ordine e molto spesso i rifugiati sono costretti ad abbandonare i loro rifugi di fortuna.

L’anno scorso, Human Rights Watch ha denunciato diversi episodi di violenza nei confronti dei migranti a Calais.

Nel rapporto delle Ong si legge anche che “le autorità francesi non solo vengono meno ai loro obblighi in materia di diritti umani, ma limitano consapevolmente il lavoro degli operatori umanitari a Calais”.

I volontari hanno anche accusato la polizia francese di aver utilizzato contro di loro gas lacrimogeni, oltre ad aver fatto ricorso alla violenza verbale.

Éléonore Vigny, il legale dell’associazione francese Auberge des Migrants, ha precisato che in Francia non è illegale distribuire cibo, vestiti e acqua ai migranti irregolari.

L’ufficio del prefetto di Pas-de-Calais ha negato le accuse riportate nei documenti presentati dalle Ong.

In un tweet, l’ufficio del prefetto ha affermato che la polizia non ha mai aggredito i volontari.

“Chiunque sia stato testimone o vittima di violenze da parte della polizia può presentarsi alla giustizia e alle autorità amministrative. Per adesso non sono stati presentate denunce di questo genere”.

  • L’intervista a TPI.it di Francesca Peirotti, condannata per aver trasportato i migranti in Francia

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