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Ocean Viking, i 182 migranti a bordo sbarcheranno a Messina. Via libera dal governo Conte

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Il Viminale ha assegnato un porto sicuro alla nave della Ong. Trattative in Europa per una soluzione condivisa sull'emergenza

Migranti, la Ocean Viking in viaggio verso Messina

La Ocean Viking sbarcherà a Messina i 182 migranti soccorsi in tre diverse occasioni davanti alla Libia. Secondo quanto si apprende da fonti del Viminale, il Ministero dell’Interno, guidato da Luciana Lamorgese, ha assegnato alla nave di Sos Mediterranée e Medici senza frontiere il porto sicuro di Messina.

S&D

Dalla nave era arrivata una nuova richiesta di ‘place of safety’ (porto di sbarco) per via delle condizioni dei migranti a bordo e del peggioramento del meteo. “Uomini, donne e bambini stanno soffrendo per le condizioni meteorologiche avverse”, aveva fatto sapere Sos Mediterranee. “Un salvataggio è completato quando i naufraghi sono stati sbarcati”, era stato l’appello. Da qui l’indicazione del governo Conte bis di assegnare il porto di Messina.

La Commissione europea sta coordinando la ripartizione dei migranti salvati dalla Ocean Viking. Cinque pesi si sono offerti per l’accoglienza dei migranti. È quanto si apprende da una portavoce dell’Esecutivo comunitario.

Migranti, la strategia del Conte bis in Europa

Il nuovo Governo Conte, chiusa la stagione dei porti chiusi dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, non vuole tuttavia mollare sulla linea del rigore. All’Unione europea chiede una rotazione dei porti di sbarco delle navi delle Ong e il preventivo accordo con un numero congruo di Paesi disponibili ad accogliere le persone soccorse.

Francia e Germania (cui appartengono la maggioranza delle ong impegnate nei salvataggi in mare, da Sos Mediterranee a Medici senza frontiere, da Sea Watch a Sea Eye) sono pronte a farsi carico ognuna del 25 per cento degli sbarcati. Non è abbastanza per Roma e La Valletta, tanto più che l’offerta di Parigi sarebbe limitata ai soli richiedenti asilo.

Sul tema nei giorni scorsi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha pressato il presidente francese Emmanuel Macron, in visita a Roma la settimana scorsa, mentre il ministro Luciana Lamorgese ha discusso a Berlino con il collega tedesco Horst Seehofer.

Un impulso positivo arriverebbe dall’aumento del numero dei Paesi disponibili a far parte del meccanismo automatico di ripartizione, cosa che ridurrebbe il peso per ognuno dei ‘volenterosi’: alle ultime ripartizioni hanno partecipato ad esempio Portogallo, Irlanda, Lussemburgo. Si tratterebbe di pensare ad incentivi per favorire la partecipazione e sanzioni per chi rifiuta le quote (gruppo Visegrad in testa). Quest’ultimo punto – ne ha parlato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio – non sembra però di facile attuazione.

Più in generale, Roma punta ad ottenere da Bruxelles che la Commissione assuma l’onere dei rimpatri, come ha auspicato il capo dello Stato Sergio Mattarella nei giorni scorsi. È questo il punto decisivo per l’Italia, visto che i migranti sbarcati sulle navi ong sono un’esigua minoranza rispetto al totale degli arrivi e che solo una quota minoritaria di questi ha diritto all’asilo.

“La redistribuzione dei migranti in tutta Europa – scrive Di Maio su facebook – è la risposta che come governo chiediamo e che da un anno e mezzo stiamo ottenendo. La redistribuzione dovrà diventare automatica, e a questo stiamo lavorando”.

Malta, mancanza di solidarietà in Ue

Il ministro dell’Interno maltese, Michael Farrugia, da parte sua, lamenta la mancanza di solidarietà da parte dell’Europa. “Gli stati membri – osserva – sono stati pronti a supportarsi l’uno con l’altro quando si sono trovati ad affrontare situazioni economiche molto difficili”.

Non è stato così per le questioni umanitarie dell’immigrazione, aggiunge il ministro, sottolineando che “se questo non cambia, non vedo come la questione dell’immigrazione possa mai essere risolta”.

Il nuovo governo per ora non sta cambiando linea sui migranti (di G. Cavalli)
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