“Vota per me”: la campagna-provocazione con i volti dei migranti in risposta alle violenze di Macerata
L'artista Gianluca Vassallo ha tappezzato alcune città con manifesti elettorali che raffigurano i volti e le storie degli stranieri che vivono in Italia
“Il progetto inizialmente voleva raccontare solo le storie dei migranti, ma dopo i fatti di Macerata ho pensato che fosse necessario un gesto per reagire con efficacia, così abbiamo affisso i manifesti e aggiunto la frase “Vota per me”.
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A parlare è Gianluca Vassallo, artista e ideatore del progetto di guerrilla art con il quale alcune città italiane sono state tappezzate da manifesti elettorali riportanti i volti e le storie dei migranti.
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Dopo che i social network hanno di fatto sostituito la propaganda elettorale precedentemente rappresentata dai manifesti elettorali, quegli stessi spazi sono stati occupati da immagini nuove in cui compaiono i migranti che oggi vivono in Italia con il loro carico di storie e passato.
“Il progetto ha un doppio fine: sia esortare tutti al voto, sia fare in modo che la gente che va a votare si ricordi degli stranieri che in Italia vivono, lavorano e producono valore ma non hanno diritto di voto”, spiega Gianluca.
L’artista, di origini partenopee, vive in Sardegna fin da bambino, dove ha assistito a una piena integrazione degli stranieri con la comunità: “c’è un’abitudine alla convivenza molto pacifica, per cui è facile entrare in contatto con queste persone”, ha spiegato.
“Siamo andati in una zona di Cagliari dove c’è una comunità di stranieri molto eterogenea ed è molto interessante perché nello stesso luogo convivono africani, bangladesi, cinesi che hanno costruito un vero e proprio polo commerciale fatto di piccole attività”.
“Sono perfettamente integrati con la comunità residente composta da molti anziani”.
“Sono andato in ognuno di questi negozi a chiedere collaborazione. Li ho fotografati e insieme a un collettivo di scrittori sardi (Scrittori da sbarco) abbiamo raccolto le loro storie”.
“Un’Italia, la vostra e la mia, che non solo ha dimenticato la sua storia di migrazione, calpesta la costituzione, si nega la gioia della pluralità culturale ma che, assai più colpevolmente, pur schiacciando gli ultimi pretende anche di averne paura”.
“La cosa che mi ha colpito di più”, conclude l’artista, “è l’estrema dignità con la quale queste persone vivono e parlano degli italiani come di ‘brava gente’”.
Trieste, Cagliari, Olbia, Roma, e presto Milano, Bologna, Torino: la rete si allarga, non solo perché il tema è sentito ma anche perché le storie raccolte da Gianluca Vassallo sono quelle dei migranti che vivono in tutta Italia.