Chi ha vinto le elezioni parlamentari in Turchia
Circa 55 milioni di elettori alle urne per rinnovare il parlamento in un clima di tensione e scontri. Il partito di Erdogan ottiene di nuovo la maggioranza assoluta
Il Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp) del presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan ha ottenuto nuovamente la maggioranza assoluta al parlamento turco dopo che, con le elezioni parlamentari di cinque mesi fa, i partiti non erano riusciti a formare una coalizione di governo. (Sotto i risultati completi e il riassunto del voto).
Il secondo partito principale, che sfidava l’Akp di Erdogan, non è andato particolarmente bene ed è arrivato secondo. Il Partito democratico del popolo filo-curdo, che aveva fatto molto bene alle scorse elezioni, ha raggiunto la soglia necessaria per entrare in parlamento anche questa volta.
Tutti e quattro i partiti principali sono entrati in parlamento. I risultati ufficiali saranno annunciati tra 11-12 giorni, secondo quanto riferito dalla commissione elettorale.
Domenica primo novembre 2015 i cittadini turchi sono così tornati a votare per le elezioni anticipate del parlamento. La Grande assemblea nazionale, ovvero il parlamento turco formato da un’unica camera, è composta da 550 deputati eletti ogni quattro anni con un sistema proporzionale.
Il risultato di questa tornata elettorale potrebbe portare a cambiamenti fondamentali nel modo in cui è governata la Turchia, trasformando il Paese da repubblica parlamentare a repubblica presidenziale.
Nel giorno del voto ci sono stati scontri nella città turca di Diyarbakir, nel sudest del Paese. La polizia ha usato cannoni ad acqua e gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti curdi in protesta contro la vittoria del partito del capo di stato Erdogan, il Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp), che ha ottenuto nuovamente la maggioranza in parlamento. Sono stati sentiti anche spari d’arma da fuoco: un ferito.
Il primo ministro turco e leader del Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp) ha detto che questa “è una vittoria della democrazia”.
– Qui c’è un profilo del presidente turco Erdogan: da piccolo vendeva limonata per le strade, adesso guida 81 milioni di turchi. Ma il suo potere vacilla, almeno per due motivi.
I RISULTATI
Il punto sulle elezioni parlamentari in Turchia
Quasi la totalità delle schede è stata scrutinata
• Il Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp) di Erdogan, al potere dal 2002, ha vinto la sua quarta elezione consecutiva con il 50,3 per cento dei voti. Potrà formare un governo senza dover ricorrere a una coalizione.
• Il Partito repubblicano del popolo (Chp) di Kilicdaroglu – lo sfidante principale del partito di Erdogan – è arrivato secondo con il 25,1 per cento dei consensi.
• Il Partito del movimento nazionalista (Mhp) di Bahceli ha ottenuto il 12 per cento dei consensi.
• Il Partito democratico del popolo (Hdp) di Demirtas ha ottenuto il 10 per cento dei voti, raggiungendo la soglia necessaria per entrare in parlamento, anche se in leggero calo rispetto alle ultime elezioni (-3 per cento).
— Quanti seggi avrà ciascun partito con questi risultati (su 550 deputati complessivamente al parlamento)
– Akp: 325 seggi
– Chp: 134 seggi
– Mhp: 39 seggi
– Hdp: 52 seggi
DA REPUBBLICA PARLAMENTARE A REPUBBLICA PRESIDENZIALE?
Se il Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp) del presidente Recep Tayyip Erdogan, al potere dal 2002, dovesse ottenere due terzi dei seggi al parlamento, il leader turco potrebbe modificare la Costituzione e trasformare la Turchia da repubblica parlamentare a repubblica presidenziale, il che renderebbe il suo ruolo ancora più importante.
I 4 PARTITI PRINCIPALI
1) il partito conservatore e di fede musulmana del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp).
2) il partito di centro-sinistra, Partito repubblicano del popolo (Chp), fondato da Mustafa Kemal Ataturk, padre della Turchia moderna.
3) il partito nazionalista e di estrema destra, Partito del movimento nazionalista (Mhp).
4) il maggior partito curdo in Turchia, Partito democratico del popolo (Hdp).
Prima dei risultati, i sondaggi indicavano il Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp) come il favorito con circa il 42 per cento dei voti, due punti percentuali in più rispetto alle precedenti elezioni, tenutesi il 7 giugno 2015. In quella occasione, il partito del presidente Erdogan aveva perso dopo 13 anni la maggioranza assoluta in parlamento. Alla fine ha preso circa il 50 per cento dei consensi.
Il popolo curdo costituisce tra il 12 e il 15 per cento della popolazione in Turchia, ma il leader del partito filo-curdo Hdp ha cercato di parlare a tutti i turchi e in particolare ai giovani delle proteste di piazza Taksim, che rivendicavano maggiori diritti e libertà.
A giugno del 2015 aveva raggiunto il 13 per cento dei voti, entrando per la prima volta in parlamento. Ciononostante, a queste elezioni i sondaggi lo davano in leggera perdita. Infatti, alla fine, ha ottenuto circa il 10 per cento dei consensi, facendo il suo ingresso in parlamento.
Il Partito per la giustizia e lo sviluppo è però in difficoltà a causa dei problemi economici e soprattutto per l’instabilità del Paese, che in sei mesi ha subìto tre attacchi terroristici, l’ultimo dei quali avvenuto il 10 ottobre ad Ankara e che ha causato la morte di 102 persone: è stato definito il più grave attentato della storia moderna del Paese.
Pochi giorni prima del voto, nel Paese si sono registrati attacchi contro la libertà di stampa che hanno aumentato le tensioni. Due canali televisivi turchi, critici verso l’operato del governo, sono stati temporaneamente bloccati.