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    Nasce il primo passaporto vaccinale digitale in Europa: ecco come funziona il VaccineGuard

    VaccineGuard Credits: Twitter
    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 30 Apr. 2021 alle 17:37 Aggiornato il 30 Apr. 2021 alle 17:43

    L’Estonia ha appena lanciato VaccineGuard, il primo passaporto vaccinale interamente digitale. Nonostante i vari tentativi che sono stati fatti in Europa e nei più grandi Stati membri dell’Unione Europea per uniformare il regolamento, da questo punto di vista, per realizzare questa soluzione interamente digitale, è proprio l’Estonia a fare da capofila.

    Una soluzione in house, con la società locale di deep technology, Guardtime, che ha visto il coinvolgimento non soltanto delle autorità istituzionali, ma anche della sezione locale di Astrazeneca e dell’Organizzazione mondiale della sanità. Il tutto verrà fatto, stando a quanto riportato dalle autorità locali, in totale conformità con la privacy e con i criteri stabiliti dall’Unione Europea in materia di protezione dei dati personali. Si sa che, da questo punto di vista, l’UE è molto rigida e, dunque, il fatto di essere in conformità con i principi dettati dall’istituzione sovranazionale rappresenta una garanzia.

    L’iter che l’applicazione del passaporto vaccinale in Estonia seguirà è molto lineare. I certificati di avvenuta vaccinazione, nel Paese baltico, vengono tutti caricati su una piattaforma sanitaria ad hoc che si chiama digilugu. È proprio questa a mettere in comunicazione gli utenti e VaccineGuard: sugli smartphone dei cittadini, infatti, comparirà la notifica dell’avvenuta vaccinazione, da mostrare durante i controlli e – di conseguenza – da utilizzare quando verranno effettuati degli spostamenti, anche fuori dai confini nazionali.

    Sempre secondo Guardtime, a breve, verrà introdotta anche la possibilità di caricare i risultati dei test Covid realizzati dal singolo utente, sempre attraverso il sistema sanitario nazionale. La situazione della privacy è gestita senza creare database condivisi centralizzati o sistemi ERP, il singolo utente è monitorato da autenticazioni a due fatture e a un sistema che scorpora i dati anagrafici da quelli medici. Secondo Astrazeneca, che ha collaborato al progetto, potrebbe trattarsi di una vera e propria svolta per le industrie farmaceutiche.

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