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    Giappone, in un mese più morti per suicidio che per Covid: la maggior parte sono donne

    Le statistiche mostrano che solo ad ottobre ci sono stati ben 2.153 suicidi, mentre il numero dei decessi per il Coronavirus dall’inizio della pandemia supera di poco i 2 mila

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 30 Nov. 2020 alle 15:26

    Giappone, in un mese il numero di suicidi supera quello di morti per Covid da inizio pandemia

    Record di suicidi in Giappone, dove in un solo mese il numero di persone che si è tolto la vita ha superato quello dei morti per Covid dall’inizio della pandemia. A rivelarlo è un servizio dell’emittente statunitense Cnn da Tokyo: il reportage parte dalla storia di una 43enne che aveva già provato a suicidarsi per tre volte da quando aveva 22 anni. Ma sono stati i disagi provocati dal Coronavirus e la paura di perdere il lavoro e cadere in povertà a spingerla a farla finita una volta per tutte. Le statistiche riportate dalla Cnn mostrano che nell’ultimo mese il tasso di suicidi sia aumentato nel Paese di una percentuale maggiore proprio tra le donne (dell’83 per cento, contro il 22 registrato tra gli uomini) perché queste sono più soggette a svolgere lavori precari in settori come il turismo o il commercio, più duramente colpiti dalle misure anti-Covid.

    L’aumento di suicidi degli ultimi mesi rappresenta una inversione di tendenza rispetto al trend registrato negli scorsi 10 anni nel Paese, quando si era registrata una diminuzione. In totale, le statistiche mostrano che solo ad ottobre ci sono stati ben 2.153 suicidi, mentre il numero dei decessi per il Covid-19 dall’inizio della pandemia supera di poco i 2 mila (2.050 secondo gli ultimi dati della Johns Hopkins University). E il rischio che questo tasso si confermi stabile è alto in un Paese in cui il suicidio ha una connotazione rituale. Ma la Cnn sottolinea anche che studiare i dati sui suicidi – che in Giappone, a differenza di altri Paesi, vengono resi noti in modo tempestivo – potrebbe servire a implementare politiche volte a salvaguardare la salute mentale della popolazione, per esempio individuando le categorie più vulnerabili.

    Intanto, la differenza di reazione alla crisi economica tra i generi non riguarda solo il Giappone: secondo uno studio che ha riguardato 10mila donne in tutto il mondo, un aumento dei problemi di salute mentale legati alle conseguenze della pandemia ha riguardato il 27 per cento delle donne e il 10 per cento degli uomini.

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