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Home » Esteri

Siria: l’Iran lancia missili contro Israele, alta tensione tra i due paesi

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Il raid iraniano ha preso di mira postazioni militari israeliane sulle alture del Golan. Credit: Afp

Le forze di Teheran schierate in Siria hanno sparato 20 razzi contro le postazioni israeliane sulle alture del Golan

Sale la tensione tra Iran e Israele, dopo il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare con Teheran.

Nella notte tra mercoledì 9 e giovedì 10 maggio 2018 le forze armate iraniane schierate in Siria hanno sparato 20 razzi contro le postazioni israeliane sulle alture del Golan.

Alcuni missili sono stati intercettati dallo scudo anti-missile Iron Dome e non si sono registrate vittime né feriti.

L’attacco è partito poco dopo la mezzanotte ora locale e “ha preso di mira diverse basi militari”, ha riferito il portavoce militare israeliano Jonathan Conricus, precisando”i danni sono limitati”.

Non sono stati invece coinvolti gli insediamenti civili sul Golan.

Il raid arriva dopo una serie di schermaglie tra i due paesi sul territorio siriano.

Prendiamo “molto seriamente l’attacco iraniano contro Israele”, ha sottolineato Conricus, assicurando che non c’è volontà di “un escalation della situazione”

Tuttavia il portavoce delle forze di difesa israeliane, Ronen Manelis, ha fatto sapere che Israele è “pronto per qualsiasi scenario” e risponderà duramente se attaccato.

“Abbiamo colpito forte le infrastrutture iraniane che Teheran ha creato in oltre un anno in Siria. Tutti gli obiettivi sono stati distrutti”, ha precisato Manelis.

I razzi sono stati lanciati dall’Iran all’indomani del raid condotto da Israele contro una base militare siriana vicino a Damasco, nel distretto di Kissweh, esattamente un’ora dopo l’annuncio del presidente americano Trump sull’abbandono dell’accordo con l’Iran (qui tutti gli aggiornamenti sul conflitto in Siria).

Nell’attacco sono rimasti uccisi nove combattenti pro-regime siriano: secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, si trattava di “appartenenti alle Guardie rivoluzionarie iraniane o alle milizie sciite filo-iraniane”.

Poche ore prima di sferrare quell’attacco l’esercito israeliano aveva chiesto alle autorità delle alture del Golan di aprire i rifugi e di tenerli pronti per la popolazione “a causa di irregolari attività delle forze iraniane in Siria”.

In precedenza, il 9 aprile alcuni militari iraniani sono morti in un attacco aereo israeliano contro un aeroporto militare nella provincia di Homs, in Siria.

Nella notte tra il 29 e il 30 aprile almeno 18 soldati iraniani sono rimasti uccisi in seguito a raid missilistici contro alcune basi militari nella provincia centrale di Hama e in quella settentrionale di Aleppo.

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, anche quel raid è stato opera di Israele.

Il 30 aprile il premier israeliano, Benjamin Netanyahu,  ha rivelato di essere a conoscenza di “documenti nucleari segreti” che provano che l’Iran non ha mai rinunciato al proprio programma nucleare per scopi militari.

Netanyahu ha affermato di “sostenere pienamente” il ritiro “audace” del presidente Trump dal “disastroso” accordo sul nucleare.

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