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Home » Esteri

Distopia a Shanghai: cani robot e droni per contenere le proteste contro il lockdown

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Le strade vuote di Shanghai adesso sono sorvegliate da cani robotici radiocomandati dotati di megafoni attaccati alla schiena col nastro adesivo. Sono della misura di un terrier e abbaiano ordini ai residenti: “restate dentro casa, lavatevi le mane, controllate la temperatura. Così le autorità locali stanno cercando di impiegare le nuove forze dell’ordine meccanizzate nella cosiddetta “battaglia di Shanghai” contro il Covid.

A giudicare dai video di proteste che continuano a emergere online, i residenti della megalopoli però non sembrano aver accolto molto l’immagine scientifico-tecnologica che il Governo sta tentando di proiettare per gestire l’ultima crisi sanitaria. Su Weibo, il twitter mandarino, la trovata è stata derisa: “Non bastava che abbaiassero ordini i ‘bianconi’ (i vigilanti in tuta protettiva che dirigono le operazioni sanitarie), ora hanno chiamato anche i robot di rinforzo.”

Un’altra trovata dell’ufficio pubblica sicurezza della municipalità sono i droni di sorveglianza, inviati a scoraggiare la gente che di notte ha incominciato ad affacciarsi ai balconi per gridare la propria frustrazione contro il nuovo lockdown duro imposto dalle autorità di Pechino. “Controllate il vostro desiderio di libertà. Non aprite le finestre per cantare o gridare, così accrescete il rischio di trasmettere il coronavirus,” scandiscono le registrazioni diffuse dai droni.

I casi della nuova ondata di Covid a Shanghai sono relativamente alti ma ciò non ha impedito al presidente Xi Jinping di adottare la linea “zero dinamico,” ovvero lockdown a tempo indeterminato. Anche oggi i numeri di contagi sono in leggero aumento, 26.700, in larghissima parte asintomatici. Dall’1 marzo, quando è scattato l’allarme Omicron, a Shanghai sono stati registrati 250mila casi, di cui il 96% asintomatici e con solo poche decine di casi in condizioni “gravi.” Eppure, da circa tre settimane, 26 milioni di persone sono confinate in casa.

 

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