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    Il premier olandese Rutte: “L’Italia impari a farcela da sola”

    Il premier olandese Mark Rutte. Credits: EPA/BART MAAT
    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 2 Lug. 2020 alle 11:59

    Premier olandese Rutte: “Italia impari a farcela da sola” | Crisi Coronavirus

    È stato uno dei più fermi oppositori ai Coronabond come strumento finanziario europeo per la lotta alla crisi dovuta al Coronaviruspoi ha guidato il gruppo dei cosiddetti “Paesi frugali” dell’Ue, contrari ai contributi a fondo perduto del Recovery Fund tanto voluto dall’Italia e che spingono invece per i prestiti comunitari ai Paesi più in difficoltà: adesso, per la prima volta dall’inizio della pandemia, il premier dell’Olanda Mark Rutte concede un’intervista. E lo fa su “7”, il magazine del Corriere della Sera in edicola da domani.

    Nonostante gli accesi contrasti di questi difficili mesi, Rutte tende la mano all’Italia: “I rapporti tra Olanda e Italia – dichiara – sono eccellenti. Siamo entrambi Paesi fondatori, il mio rapporto personale con Giuseppe Conte è forte e amichevole. E le relazioni sono molto migliori di quanto si possa pensare se ci si basa sui media. L’impatto della pandemia per l’Italia è stato enorme, lo capiamo e per questo dobbiamo essere pronti ad aiutare l’Italia, ma anche altri Paesi come la Spagna, a superare la crisi economica. Dobbiamo farlo per spirito solidale, ma anche perché io credo che un’Europa forte sia nell’interesse di tutti. E questo significa anche un’Italia forte”.

    Rutte però non risparmia anche bacchettate: “L’Olanda capisce e appoggia l’appello alla solidarietà. Ciò significa che gli Stati i quali necessitano e meritano aiuto devono anche far sì che in futuro siano capaci di affrontare da soli crisi del genere in modo resiliente. E voglio aggiungere che ammiro ciò che fa Conte, cercando di varare un pacchetto di riforme mirate ad aumentare la produttività e la competitività dell’Italia, incluse misure impopolari. È un buon inizio e spero prosegua. Perché è cruciale che la prossima volta l’Italia sia in grado di rispondere a una crisi da sola. Un sistema di prestiti è molto più logico. Anche quelli sono aiuti. E dalle analisi della Commissione, sappiamo che la sostenibilità del debito di Italia e Spagna non sarà diminuita da nuovi prestiti. Per questo la nostra posizione è che l’aiuto dev’essere fatto di prestiti, non di contributi. Ma insistiamo anche perché ci si concentri sull’aumento della competitività e della resilienza dei Paesi che li ricevono”.

    Infine, sulla trattativa sul Recovery Act, Rutte sottolinea che “quello del 19 giugno è stato un vertice esplorativo, la proposta della Commissione contenga margini per proseguire la discussione. Ci sono differenze. La trattativa sarà dura, prenderà un po’ di tempo, ma un compromesso è possibile”.

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