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    Covid: la Russia ha prodotto il primo vaccino al mondo per gli animali. Ecco come funziona

    Di Giulio Alibrandi
    Pubblicato il 30 Apr. 2021 alle 18:09 Aggiornato il 30 Apr. 2021 alle 18:11

    Covid: la Russia ha prodotto il primo vaccino al mondo per gli animali

    La Russia ha prodotto le prime dosi al mondo di un vaccino contro Covid-19 per gli animali. Lo ha annunciato il Servizio Federale russo per la Veterinaria e la Sorveglianza Fitosanitaria (Rosselkhoznadzor), affermando che le 17.000 dosi del primo lotto di Carnivac-Cov saranno presto fornite a diverse regioni russe.

    Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa russa Tass, la direttrice dell’ente federale, Yulia Melano, ha dichiarato che il vaccino ha già suscitato l’interesse di società provenienti da Germania, Grecia, Polonia, Austria, Kazakistan, Tagikistan, Malesia, Thailandia, Corea del Sud, Libano, Iran e Argentina.

    La direttrice del Rosselkhoznadzor ha affermato che al momento possono essere prodotti 3 milioni di dosi al mese del vaccino, un volume che in futuro potrà arrivare a 5 milioni a fronte di nuovi ordini. Melano ha dichiarato che l’ente si sta preparando a chiedere la registrazione del vaccino nell’Unione Europea. “Circa 20 organizzazioni sono pronte a tenere negoziati per discutere la registrazione e la fornitura del vaccino”, ha detto.

    A marzo la Russia è diventato il primo paese al mondo a registrare un vaccino contro Covid-19 per gli animali. Le sperimentazioni cliniche sono iniziati a ottobre 2020 e hanno coinvolto cani, gatti, volpi artiche, visoni, volpi e altri animali. Le autorità russe hanno dichiarato che i risultati delle sperimentazioni indicano che il vaccino è sicuro e ha un alto effetto immunizzante, affermando che il 100% degli animali vaccinati nel corso delle sperimentazioni ha sviluppato anticorpi contro il coronavirus.

    Come funziona il vaccino

    Secondo Rosselkhoznadzor, Carnivac-Cov è un vaccino inattivato adsorbito contro Covid-19 per gli animali carnivori. I vaccini inattivati contengono un virus che è stato ucciso o privato della sua capacità di replicarsi tramite sostanze chimiche, calore o radiazioni. Per questo sono considerati adatti anche per chi ha un sistema immunitario compromesso, ma spesso non danno una risposta immunitaria forte quanto quella prodotta da vaccini in cui l’agente patogeno è attenuato. Alcuni esempi di vaccini inattivati sono quelli contro la poliomielite, l’epatite A e la rabbia, mentre contro il coronavirus sono stati prodotti vaccini inattivati dalle aziende cinesi Sinovac e Sinopharm e dall’indiana Bharat Biotech. Anche CoviVac, il terzo vaccino contro il nuovo coronavirus a essere stato approvato dalle autorità russe, è un vaccino inattivato. In ambito veterinario i vaccini adsorbiti inattivati ​​vengono utilizzati in Russia sui bovini, per contrastare l’afta epizootica.

    L’Organizzazione mondiale della sanità ha confermato che si sono verificati casi di trasmissione del nuovo coronavirus dall’uomo ad animali come gatti, cani, visoni e anche tigri. Secondo gli esperti non è dimostrata la trasmissione del virus all’uomo dagli animali domestici, che potrebbero agire però “serbatoi virali”.

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