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Quello che c’è da sapere sul rimpasto di governo nel Regno Unito

Immagine di copertina
Il primo incontro di gabinetto dopo il rimpasto di governo dell'8 gennaio 2018. Credit: Daniel LEAL-OLIVAS/ Afp

La premier britannica Theresa May ha portato avanti il terzo rimpasto di governo da quando è alla guida dell’esecutivo nel Regno Unito.

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Ecco come è andata e quali sono i ministri che si sono dimessi, quelli che hanno confermato il loro ruolo e quelli che sono rimasti nel governo cambiando il dicastero di cui sono responsabili.

Justine Greening, ex ministra dell’Istruzione si è dimessa dal governo di May dopo aver rifiutato il ruolo di ministra delle pensioni nel rimpasto di gabinetto.

Il nuovo ministro per l’Istruzione sarà Damian Hinds, mentre Esther McVey è stata promossa nuova segretaria di stato per lavoro e pensioni.

Confermati come previsto Boris Johnson agli Esteri, Amber Rudd agli Interni, David Davis alla Brexit e Philip Hammond, cancelliere dello Scacchiere, al Tesoro.

Brandon Lewis è il nuovo presidente dei Tories, mentre Matt Hancock è segretario alla Cultura e Karen Bradley è la ministra per l’Irlanda del Nord al posto di James Brokenshire, che si è dimesso per motivi di salute.

Nel rimpasto di governo Brandon Lewis, ministro per l’immigrazione, sostituisce Sir Patrick McLoughlin come presidente del partito conservatore.

Il segretario alla giustizia David Lidington è diventato ministro dell’Ufficio di Gabinetto e cancelliere del Ducato di Lancaster. Sarà lui a svolgerà il ruolo di Damian Green, l’ex vicepremier dimessosi in seguito a uno scandalo sessuale.

Il ministero della giustizia che era di Lidington, andrà a David Gauke, precedentemente ministro per lavoro e pensioni.

Brandon Lewis, nel suo ruolo di presidente sarà incaricato di risollevare il partito Conservatore, dopo il disastroso risultato elettorale alle elezioni di giugno 2017.  Il suo vice sarà James Cleverly.

Jeremy Hunt segretario di stato per la salute e l’assistenza sociale rimane con il suo ruolo, così come Sajid Javid, ministro degli Enti locali, a cui è stata aggiunta la parola “alloggi”.

Critiche al rimpasto di governo sono arrivate da più parti. Il leader laburista Jeremy Corbyn ha dichiarato: “Il grande piano del governo per il nuovo anno è quello di schivare i problemi reali e rimescolare il pacchetto dei ministri in un esercizio inutile e poco efficiente. Semplicemente non è abbastanza buono: non si possono rimediare quasi otto anni di insuccessi cambiando il nome di un dipartimento”.

Nella giornata di oggi il rimpasto proseguirà con i ruoli più marginali del governo.

Si tratta del terzo rimpasto di governo per la premier May da quando è subentrata a David Cameron nel luglio 2016, dopo le sue dimissioni in seguito al referendum sulla Brexit. Tutto ha avuto inizio con lo scandalo dell’ex premier Green, che ha ammesso di aver mentito sulla detenzione di materiale pornografico e su abusi sessuali.

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