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    Raid dell’Iran contro basi Usa in Iraq, sono 109 i soldati americani feriti. Trump aveva detto zero

    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 11 Feb. 2020 alle 15:21

    Raid dell’Iran contro basi Usa in Iraq, 109 i soldati americani feriti

    È passato più di un mese dal raid dell’Iran sulla base americana in Iraq dell’8 gennaio 2020: più di 30 giorni dopo, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha ammesso che sono 109 i soldati feriti nell’attacco missilistico contro la base di Ain al-Asad, che fu un’azione di rappresaglia per l’uccisione del generale Soleimani da parte delle forze Usa.

    Le milizie statunitensi hanno riportato dei forti traumi cranici a causa dell’attacco da parte dell’Iran. Non ci sono state vittime, come confermato fin dai primi momenti successivi all’attacco, ma per alcuni i danni riportati sono abbastanza seri. Finora, in 79 hanno ripreso servizio, mentre gli altri stanno ancora affrontando le conseguenze delle lesioni riportate. I sintomi di questo tipo di lesioni comprendono mal di testa, vertigini, sensibilità alla luce e nausea.

    Nei giorni successivi al raid dell’Iran contro la base Usa in Iraq, il presidente statunitense Donald Trump aveva assicurato che nessun militare Usa era rimasto ferito, lanciandosi anche in un tweet che recitava: “Va tutto bene!”. Qualche giorno dopo, però, le parole del tycoon erano state smentite dal Pentagono, che aveva dato la notizia di alcuni soldati americani feriti.

    Il conteggio ufficiale, in un primo momento, parlava di 11 feriti, diventati poi 50 a fine gennaio. Con l’annuncio del Dipartimento della Difesa Usa, invece, il bilancio parla di oltre 100 feriti. Funzionari del Pentagono hanno ripetutamente affermato che non vi è stato alcuno sforzo per minimizzare o ritardare le informazioni sulle lesioni del personale militare.

    Si tratta tuttavia di numeri che sorprendono, soprattutto se si pensa che molti analisti, tra cui il direttore di Limes Lucio Caracciolo in questa intervista a TPI, avevano spiegato come gli iraniani avessero probabilmente avvertito lo stesso Trump dell’imminente raid, che aveva l’obiettivo di mostrare il potenziale militare di Teheran senza però voler provocare conseguenze reali. Conseguenze che invece ci sono state.

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