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Home » Esteri

Perché la Nasa è intervenuta contro Gwyneth Paltrow

Immagine di copertina
Credit: Reuters

L’attrice e cantante statunitense Gwyneth Paltrow ha fatto recentemente parlare di sé dopo che un post sul suo sito, una piattaforma in cui pubblicizza abbigliamento e altri tipi di prodotti, ha provocato una reazione da parte della Nasa.

A tirare in ballo l’agenzia spaziale statunitense era un articolo in cui il sito Goop sponsorizzava alcuni cerotti curativi, venduti dal gruppo Body Vibes.

I cerotti, secondo la descrizione fornita dal sito, sono “realizzati con lo stesso materiale in carbonio con cui la Nasa fabbrica le sue tute spaziali, per monitorare le funzioni vitali degli astronauti”. Il prodotto viene venduto a 60 dollari per ogni confezione, che contiene al suo interno dieci cerotti.

La funzione dei cerotti pubblicizzati sarebbe quella di riequilibrare la frequenza di energia nel corpo e rinforzare le difese immunitarie. “Mentre li indossi vicino al cuore, sulla spalla o sul braccio sinistro, elimineranno le carenze, avendo un effetto calmante sulla tensione fisica e sull’ansia”, si legge nel post.

La Nasa, tuttavia, è intervenuta per smentire l’affermazione fatta nella descrizione del prodotto. Un suo portavoce ha dichiarato infatti al sito Gizmondo e poi al network statunitense Cnn che le loro tute spaziali non contengono carbonio, e dunque non può trattarsi dello stesso materiale con cui sono stati realizzati i cerotti.

L’agenzia spaziale non è entrata nel merito dell’efficacia o meno del prodotto, ma il sito Goop a quel punto ha eliminato la frase dalla descrizione dell’articolo, specificando che “le opinioni espresse dagli esperti e dalle aziende che ospitiamo non necessariamente rappresentano la nostra visione”.

“Dopo aver ascoltato la Nasa abbiamo chiesto all’azienda delucidazioni, invitandoli a rimuovere l’affermazione sino a ulteriori verifiche”, hanno aggiunto i responsabili del sito.

L’azienda Body Vibes si è successivamente scusata per quello che ha definito “un errore di comunicazione”, che la colpa sarebbe di un distributore sul materiale che avrebbe fornito a un loro ingegnere un’informazione imprecisa e che il dettaglio comunque non influisce sul funzionamento del prodotto.

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