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    Egitto, la Patrick Zaky deve restare in carcere: il Tribunale proroga di altri 45 giorni la detenzione

    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 27 Lug. 2020 alle 08:21 Aggiornato il 27 Lug. 2020 alle 15:24

    Patrick Zaky, oggi la sentenza del Tribunale penale sulla scarcerazione

    Per i giudici egiziani Patrick Zacky deve restare in carcere: la custodia cautelare dell’attivista 28enne – ricercatore dell’Università di Bologna – è stata infatti prorogata per altri 45 giorni. Lo ha riferito all’agenzia di stampa Ansa una sua legale, Hoda Nasrallahda. Zaki è in carcere in Egitto da oltre cinque mesi con l’accusa di propaganda sovversiva.

    Ieri, per la prima volta da marzo, il ricercatore è comparso in un’udienza sul ricorso presentato dai suoi avvocati contro la detenzione. Zaky è stato arrestato il 7 febbraio scorso ed è detenuto nel carcere di Tora.

    “Per la prima volta dal 7 marzo – hanno raccontato ieri gli attivisti della pagina Facebook “Patrick Libero” –  Patrick è stato trasferito alla sua udienza per il rinnovo della detenzione davanti al Tribunale penale. Gli è stato permesso di comparire davanti ai giudici in presenza dei suoi avvocati”. Quello del trasferimento era stato definito dagli attivisti “un buon passo in quanto finalmente i suoi avvocati hanno potuto vederlo, anche se molto brevemente”. Soddisfatto anche il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury, che ha parlato di “una sorpresa”: “Era previsto che la detenzione durasse altri 45 giorni però in mezzo a quei 45 giorni poteva accadere ogni cosa. Quindi è un fatto positivo”. Oggi invece è arrivata la decisione della proroga ulteriore della carcerazione.

    Zaky non incontrava la famiglia e i suoi legali da inizio marzo, quando è stata stabilita la sospensione delle visite in carcere a causa della pandemia da Coronavirus. Ai suoi avvocati è apparso in buona salute ma molto dimagrito. Sono ormai passati cinque mesi da quel 7 febbraio 2020, giorno in cui il 28enne ricercatore egiziano è stato arrestato all’aeroporto del Cairo ed è stato posto in detenzione preventiva in attesa di ulteriori indagini. Il provvedimento, tuttavia, è stato più volte prorogato. Il 5 marzo scorso, poi, il trasferimento nella prigione di Tora, al Cairo.

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