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Home » Esteri

Parigi, condannato sacrestano: aveva rubato per anni i soldi delle elemosine

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L'uomo possedeva contanti, conti correnti, nove auto e due roulotte a lui intestate, quattro appartamenti e quattro società

Il sacrestano dell’abbazia Saint-Germain-des-Prés, a Parigi, è stato condannato a 18 mesi di carcere con la condizionale e dovrà pagare 80mila euro di risarcimento per aver rubato i soldi delle offerte e delle elemosine della chiesa. La vicenda, avvenuta nella nota abbazia del Quartiere Latino, è stata raccontata dal quotidiano francese Le Monde.

Il sacrestano, il 62enne Georges C., era stato licenziato nel novembre 2017, dopo essere stato trovato in possesso di alcune banconote che erano state segnate con un pennarello verde dai preti. Questi, infatti, vedendo le offerte in continua diminuzione, avevano iniziato a nutrire dei sospetti.

Apparentemente, il sacrestano era una persona di fiducia: arrivato dalla Siria alla fine degli anni Ottanta, era stato assunto dall’allora curato insieme alla moglie, che lavorava nella stessa chiesa come perpetua. Spettava a Georges invece vegliare sul buon funzionamento delle cerimonie, preparare la liturgia, occuparsi dei fiori, dei ceri, delle pulizie, e, infine, contare gli oboli. In totale, alla coppia veniva garantito un alloggio e uno stipendio di quasi 4mila euro al mese.

L’abbazia di Saint-Germain-des-Prés, nel centro di Parigi, è frequentata da fedeli facoltosi e accoglie ogni anno numerosissimi turisti, le cui offerte possono essere anche cospicue. Dopo essere stato colto sul fatto dalla polizia grazie alle banconote segnate, Georges ha ammesso di aver sottratto i 320 euro che gli sono stati trovati addosso.

Tuttavia, in casa sua la polizia ha scoperto altro denaro in contanti e le chiavi di ben nove automobili e di due roulotte. Per non parlare dei versamenti per oltre 100mila euro sul conto effettuati soltanto nel 2017. La coppia ha anche quattro appartamenti a Parigi, due in banlieue e gestisce quattro società, di cui una di prodotti petroliferi.

Il sacrestano, che ha detto di aver preso i 320 euro per la volontà di vendicarsi col parroco, padre Antoine de Folleville, colpevole di aver messo la moglie in part time dopo 17 anni di servizio, ha negato che il resto del denaro provenisse dalle offerte della chiesa. Si è giustificato parlando di lavoretti da muratore, macchine e appartamenti comprati all’asta e mutui pagati con gli affitti. Ma durante l’inchiesta è emersa la sottoscrizione di un solo prestito. Le banconote trovate in casa? “Facevo da banchiere ai senza tetto che frequentavano la chiesa”. E le società? “Servivano ad aiutare degli amici o parenti del Kuwait che volevano investire in Francia”.

Una ricostruzione poco credibile, soprattutto considerando che, dopo il licenziamento di Georges,  sono stati registrati 80mila euro in più di donazioni da parte dei fedeli soltanto il primo anno. Così, nell’impossibilità di stabilire esattamente quanto l’uomo abbia rubato, i preti di Saint-Germain-des-Prés hanno chiesto indietro 75mila euro come risarcimento e 5mila euro di danni morali. Sugli anni precedenti hanno rinunciato a indagare.

Leggi anche: “Nessuno mi restituirà mai il padre che non ho avuto”, a TPI parla la figlia di un prete cattolico

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