Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 06:00
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Il Niger ha sospeso i rimpatri dei rifugiati dalla Libia

Immagine di copertina
Credit: Afp

La decisione è legata al numero insufficiente di paesi terzi che sono disponibili ad accogliere i migranti

Il governo del Niger ha sospeso temporaneamente i rimpatri di rifugiati e migranti dalla Libia, eseguiti in collaborazione con l’Organizzazione Internazionale per le migrazioni (Oim).

Secondo quanto riferito al portale Voice of America da Vincent Cochetel, inviato speciale dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) per il Mediterraneo centrale, la decisione del Niger è legata al numero insufficiente di paesi terzi che sono disponibili ad accogliere i migranti.

Cochetel ha detto ieri, giovedì 8 marzo 2018, che l’UNHCR non ha soluzioni a questo problema perché sono disponibili solo 30 destinazioni per il reinsediamento dei migranti, che però non sono sufficienti.

“Abbiamo chiesto agli Stati in cui i migranti dovrebbero essere reinsediati di fare di più per evacuare velocemente le migliaia di persone che stanno andando in Niger, perché altrimenti le persone dovranno continuare a marcire in condizioni spaventose nei centri di detenzione. Non abbiamo altra soluzione disponibile”, ha detto Cochetel.

Nel novembre 2017, il governo del Niger aveva accettato di permettere il transito dei migranti africani evacuati dalla Libia dalle agenzie delle Nazioni Unite perché potessero essere reinsediati in paesi terzi.

Centinaia di migliaia di migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana compiono il pericoloso viaggio verso la Libia nella speranza di raggiungere l’Europa e una vita migliore.

L’agenzia di migrazione delle Nazioni Unite stima che ad oggi oltre 700mila migranti, compresi almeno 47mila rifugiati che necessitano di protezione, si trovino in Libia.

Molti non arrivano mai in Italia, il principale scalo, perché sono detenuti in centri di detenzione gestiti da autorità libiche o da contrabbandieri e trafficanti di esseri umani che rapiscono e torturano i migranti per ottenere un riscatto.

Quest’anno l’UNHCR ha fatto ricorso a quasi 227 milioni di dollari per operazioni umanitarie nel Mediterraneo centrale.

Cochetel dice che alcuni dei fondi potrebbero essere utilizzati per cercare di scoraggiare i rifugiati dal compiere il disperato viaggio verso la Libia offrendo opzioni alternative per l’asilo nei paesi che attraversano durante il viaggio.

Alla fine di dicembre 2017 il governo italiano ha approvato un intervento militare in Niger il cui principale obiettivo è il contrasto al traffico di esseri umani e al terrorismo internazionale.

Secondo alcuni analisti, l’impiego di militari italiani in Niger è una sorta di escamotage, un modo indiretto per garantire un controllo sul traffico di esseri umani nel sud della Libia, evitando di mettere gli scarponi in quel territorio che è sicuramente più insicuro e pericoloso del Niger.

LEGGI ANCHE:

Il Parlamento italiano ha approvato la missione dell’esercito italiano in Niger

Quali sono i veri obiettivi della missione militare italiana in Niger – Analisi  

Com’è cambiata la rotta dei migranti per raggiungere la Libia – L’intervista di TPI al capo missione IOM in Niger 

L’Italia darà al Niger il 40 per cento dei suoi fondi di assistenza per l’Africa  

Niger: l’Italia non ci ha mai informati della missione militare, cui siamo contrari. Lo abbiamo appreso da un’agenzia di stampa

Ti potrebbe interessare
Esteri / Slovacchia, il premier Robert Fico ferito a colpi di arma da fuoco: “È in pericolo di vita”
Esteri / La sacrosanta protesta degli universitari di tutto il mondo ci ricorda che la pace non è un dono, ma una conquista
Esteri / Wsj: “Biden procede con pacchetto armi a Israele da 1 miliardo”. Ue: "Con operazione Rafah relazioni con Israele a dura prova"
Ti potrebbe interessare
Esteri / Slovacchia, il premier Robert Fico ferito a colpi di arma da fuoco: “È in pericolo di vita”
Esteri / La sacrosanta protesta degli universitari di tutto il mondo ci ricorda che la pace non è un dono, ma una conquista
Esteri / Wsj: “Biden procede con pacchetto armi a Israele da 1 miliardo”. Ue: "Con operazione Rafah relazioni con Israele a dura prova"
Esteri / Esercito israeliano: “Operazioni a a Rafah est e Jabaliya”. La Turchia: “A Gaza è genocidio”
Esteri / I tank israeliani avanzano ancora nel campo profughi di Jabalia. Netanyahu: “O noi o loro, i mostri di Hamas”. Gaza: “Più di 35mila morti”
Esteri / Morto a due mesi dal trapianto l’uomo con un rene di maiale
Esteri / Israele colpisce il Nord della Striscia di Gaza. Biden: “Se Hamas rilasciasse gli ostaggi cessate il fuoco anche domani”
Esteri / Yanis Varoufakis fa causa allo Stato tedesco
Esteri / Esclusivo – Ecco come la Russia interferisce sulla campagna elettorale per le europee
Esteri / Fonti israeliane: "Il leader di Hamas Sinwar non si nasconde a Rafah"