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Home » Esteri

Il neonato sulla copertina di “Nevermind” non avrà nessun risarcimento: respinta la causa contro i Nirvana

Immagine di copertina

Non ci sarà alcun risarcimento per Spencer Elden, il 30enne apparso nudo sulla copertina dell’album Nervermind dei Nirvana all’età di 4 mesi, che ad agosto scorso aveva intentato una causa contro la band di Kurt Kobain per “pedopornografia”. Come riporta il giornale Spin, lunedì 3 gennaio il giudice Fernando M. Olguin, della corte distrettuale della California, ha archiviato il caso: nella causa Elden aveva affermato di essere stato vittima di sfruttamento sessuale minorile e che la copertina rappresentava un caso di “pornografia infantile”. L’accusa chiedeva a ognuno dei membri del gruppo almeno 150mila dollari di compenso per non aver “protetto” la sua immagine.

All’epoca i genitori del neonato ricevettero 150 dollari per usare la sua fotografia, ma secondo Spencer la band non tenne fede alla promessa di coprire i genitali con un adesivo. “Gli imputati hanno consapevolmente prodotto, posseduto e pubblicizzato materiale pedopornografico commerciale raffigurante Spencer”, si legge nell’istanza presentata dal 30enne, il quale ha raccontato che la foto era stata per lui “fonte di un disagio emotivo estremo e permanente con manifestazioni fisiche”, cosa che nel tempo lo avrebbe portato alla perdita del lavoro e gli avrebbe impedito di “godersi la vita”.

Motivazioni che però non hanno per nulla convinto i membri sopravvissuti della band, Dave Grohl e Krist Novoselic, che grazie a “Nevermind” – ritenuto dalla critica uno degli album migliori di sempre – entrarono di diritto nel firmamento del rock mondiale. I due hanno sempre difeso la propria scelta, e sostenuto che Spencer “ha trascorso tre decenni a trarre profitto dalla sua celebrità con lo scatto ribattezzato Nirvana Baby”. In passato Eden aveva espresso la sua ammirazione per i Nirvana, dichiarando la propria felicità per aver fatto parte di quell’album, e nel 2008 ricreò l’iconica immagine, facendosi ritrarre in piscina, ma in costume.

 

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