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Morte Attanasio, i genitori dell’ambasciatore: “Lo abbiamo saputo dai media”

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Morte Attanasio, i genitori dell’ambasciatore: “Lo abbiamo saputo dai media”

I genitori di Luca Attanasio, l’ambasciatore italiano (qui il suo profilo) ucciso in un attacco a un convoglio delle Nazioni Unite nel Congo orientale, insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci (qui la sua storia) e all’autista, hanno saputo della morte del figlio dai media.

Lo hanno dichiarato loro stessi nel pomeriggio di lunedì 22 febbraio dalla loro abitazione di Limbiate, in provincia di Monza-Brianza secondo quanto riferito dall’inviato del Tg3, Jari Pilati.

“Ci hanno chiesto di rispettare il momento di dolore. Ci hanno detto di aver appreso la notizia della morte poco più di due ore fa dai media e non conoscono ufficialmente ancora nessun dettaglio della vicenda, e per questo chiedono di essere lasciati in pace almeno per oggi” ha dichiarato Pilati nel corso del collegamento con il telegiornale.

Quarantatre anni, Luca Attanasio era uno degli ambasciatori italiani più giovani al mondo. Secondo quanto ricostruito, il suo convoglio transitava nei pressi della città di Kanyamahoro, intorno alle 10,15 della mattinata del 22 febbraio, quando un commando armato ha assaltato il gruppo.

“Il Wfp lavorerà con le autorità nazionali per determinare i dettagli dietro l’attacco, che è avvenuto su una strada che era stata preventivamente dichiarata sicura per viaggi anche senza scorta” scrive in una nota il Wfp.

Attanasio, che era stato insignito del “Premio internazionale Nassiriya per la Pace 2020”, insiemealla moglie Zakia Seddiki (qui il profilo) anch’essa premiata in quanto presidente di un’organizzazione umanitaria che aiuta i bambini di strada, dal 2017 era capo missione a Kinshasa, nel Congo, mentre il 31 ottobre 2019 era stato confermato in Sede in qualità di Ambasciatore Straordinario Plenipotenziario accreditato in RDC.

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