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    Morte Maradona, un’infermiera rivela: “Una settimana prima di morire è caduto e ha battuto violentemente la testa”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 30 Nov. 2020 alle 16:01 Aggiornato il 30 Nov. 2020 alle 16:04

    Maradona, infermiera rivela: “Ha battuto la testa una settimana prima della morte”

    Maradona ha battuto la testa una settimana prima della morte, ma nessuno lo ha portato in ospedale per accertamenti: è quanto rivela l’infermiera Dahiana Gisela Madrid, le cui dichiarazioni sono state rese note dal suo avvocato. “Maradona è caduto una settimana prima del decesso e ha preso una forte botta alla testa, peccato che non abbiano pensato di fargli una risonanza magnetica o una tomografia. Niente di niente” ha affermato il legale Baquè, citato dai media argentini. Secondo l’avvocato, inoltre, l’ex calciatore del Napoli “non era in grado di decidere niente: dopo la caduta è rimasto da solo tre giorni nella sua stanza, senza essere visto da nessuno e senza essere aiutato”. Non solo, l’argentino avrebbe anche accusato delle anomalie a livello cardiaco subito dopo le dimissioni dall’ospedale, ma, anche in questo caso, nessuno avrebbe fatto nulla: “Hanno solo pensato a curare la dipendenza dall’alcol, dimenticandosi di avere a che fare con un paziente cardiopatico che invece avrebbe avuto bisogno di assistenza da parte di personale medico specializzato”.

    Intanto si aggrava la posizione del medico personale di Maradona, Leopoldo Luque, il quale è indagato per omicidio colposo. Dagli atti, infatti, è emerso che la psichiatra che aveva in cura il pibe de oro nelle ultime settimane, la dottoressa Agustina Cosachov, aveva chiesto che l’ex giocatore avesse un’assistenza specialistica e infermieristica 24 ore su 24. Assistenza non predisposta dal medico, che si è difeso: “Se la dottoressa Cosachov mi avesse scritto una relazione precisa, avremmo potuto internare Diego in una clinica psichiatrica. Ma senza questo documento, nessun paziente può essere sottoposto a trattamenti sanitari obbligatori. E Maradona non voleva più mettere piede in ospedale, aveva deciso di farsi curare in casa: stava meglio, io non l’ho certo abbandonato, è morto d’infarto e non era prevedibile”. Dichiarazioni subito smentite dall’avvocato dell’infermiera che ha affermato: “Non è vero. Il cuore di Maradona aveva mandato precisi segnali di sofferenza, ma nessuno li ha ascoltati”.

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