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È vero che gli italiani senza lavoro in Germania rischiano l’espulsione?

Immagine di copertina
Credit: Getty Images

Radio Colonia, che aveva diffuso la notizia, prende le distanze dalla polemica: "Si tratta di inviti e non di richieste di rimpatrio"

Gli italiani senza lavoro rischiano l’espulsione dalla Germania? La risposta è no. O, meglio, non nel senso in cui è stato inteso nelle ultime ore, quando si è diffusa una notizia secondo cui un centinaio di italiani, in Germania, avrebbero ricevuto una lettera che chiedeva loro di lasciare il paese perché senza lavoro.

La notizia ha suscitato un grande clamore, ma in realtà alla base ci sarebbe una interpretazione superficiale di quanto diffuso dall’emittente radiofonica tedesca Radio Colonia, con un servizio della trasmissione in italiano Cosmo che ha mandato in onda la testimonianza di una donna italiana, che, convocata dall’Ufficio per gli immigrati, avrebbe ricevuto una sorta di ultimatum per lasciare il paese.

La notizia è stata accolta dai media italiani come una vera e propria minaccia ai danni degli italiani in Germania, tanto da suscitare anche reazioni politiche importanti. Alcune testate hanno titolato con “Merkel caccia gli italiani indigenti”, altri hanno parlato di “vergogna” e addirittura di “purghe”.

Ma niente di tutto ciò si avvicina alla verità. Intanto Radio Colonia prende le distanze “da libere interpretazioni e conclusioni a cui purtroppo molti colleghi della stampa italiana sono giunti, dopo aver ascoltato il servizio ‘Inviti al rimpatrio’ di Luciana Mella andato in onda mercoledì 19 settembre”.

Ma, sottolineano dall’emittente radiofonica, si tratta di “inviti” e non di richieste di rimpatrio, come alcuni media italiani hanno scritto riportando la notizia. Inoltre, specificano ancora, si tratta di un fenomeno ristretto, di certo non di massa.

Se in Germania è diventato più difficile restare, non lo sarà solo per gli italiani. Quello arrivato agli italiani è un “invito”. Un suggerimento che rischia di fatto di arrivare più spesso, perché il precedente governo Merkel ha allungato i tempi per ricevere il cosiddetto sostegno “di ultima istanza”, ovvero per chi non ha mai lavorato o non è impiegato da anni.

Se prima, infatti, era sufficiente risiedere nel paese da soli tre mesi, adesso sarà necessario aspettare cinque anni. A decidere tale misura è stata l’ex ministra del Lavoro, Andrea Nahles, per andare incontro alle richieste dei conservatori che da anni puntano il dito contro il “turismo sociale” di cittadini, anche del resto dell’Unione europea.

Ma che cosa dicono le leggi tedesche a proposito? Perso il lavoro e terminato il diritto al sussidio di disoccupazione di sei mesi prima e l’assegno sociale (di altri sei mesi) poi, se non si ha la residenza in Germania da cinque anni non si può accedere ad altri aiuti.

Solo a questo punto può succedere che dai Comuni arrivi il suggerimento di lasciare la Germania. Suggerimento, questo, che arriva agli italiani come ai francese, agli olandesi, agli spagnoli.

Come spiegano ancora da Radio Colonia, è “discutibile che alcuni comuni, a fronte di una legittima negazione di una prestazione sociale, facciano seguire l’invito a lasciare il territorio federale, pur trattandosi di cittadini comunitari”.

Però, sottolineano ancora, “di fronte a titoli di giornali, secondo i quali la Germania caccerebbe gli italiani poveri dal proprio territorio, facciamo notare che, degli oltre 700.000 italiani residenti in Germania, circa 70.000 percepiscono in modo pieno e legittimo un sussidio sociale”.

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