Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 17:55
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

L’Irlanda cancella il reato di blasfemia e rielegge Higgins presidente

Immagine di copertina
Credit: Getty Images

Si attendono i dati certi, ma secondo gli exit poll, Higgins sarebbe stato rieletto con il 56 per cento dei voti e il 70 per cento degli iralndesi ha scelto per la cancellazione dalla costituzione della disposizione che faceva della blasfemia un crimine

Si attendono i dati certi, ma secondo gli exit poll gli irlandesi hanno approvato a larga maggioranza un referendum che cancella la disposizione costituzionale che faceva della blasfemia un crimine.

Più di tre milioni di irlandesi sono stati chiamati alle urne, anche se l’affluenza non è stata alta: secondo gli exit poll dell’emittente pubblica Rte, gli elettori hanno sostenuto in modo schiacciante la proposta di rimuovere il divieto di blasfemia dalla Costituzione, con il 71 per cento dei voti.

Sempre secondo gli exit poll, è stato anche rieletto il presidente, il socialista Michael D.Higgins, che guiderà il paese per altri sette anni. Per i dati ufficiali bisognerà aspettare il tardo pomeriggio o anche domenica, visto che gli spogli inizieranno in mattinata. Higgins, sempre secondo gli exit poll, dovrebbe aver vinto con quasi il 60 per cento dei voti.

Secondo arriva Peter Casey, penalizzato forse dalle critiche che hanno investito la sua compagna per alcune esternazioni dure nei confronti dei nomadi. Casey, secondo i sondaggi, si è fermato al 21 per cento, superando gli altri quattro candidati (Liadh Ní Riad, 8 per cento; Seán Gallagher, 7 per cento; Joan Freeman, 6 per cento; Gavin Duffy, 2 per cento).

Il referendum

L’articolo della Costituzione che sarà cancellato puniva con 25mila euro di multa qualsiasi insulto alla religione, bestemmia compresa. In questo modo, il paese continua a smarcarsi dalla presenza della Chiesa cattolica.

Come si legge su The Irish Times, il referendum per eliminare il reato alla blasfemia dalla Costituzione è stato, come previsto, superato in modo schiacciante, con l’exit poll che prevede che il 69 per cento degli elettori abbia appoggiato la proposta, mentre il 31 per cento ha votato per mantenere la disposizione sulla blasfemia.

Ad appoggiare la cancellazione del reato sono stati soprattutto i giovani. Gli elettori più giovani hanno sostenuto in modo schiacciante la cancellazione, mentre l’elettorato più anziano si è spaccato a metà. Sempre secondo i dati diffusi dagli exit poll, il 48 per cento degli adulti ha votato per mantenere l’articolo costituzionale così com’è attualmente.

Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”