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    Golpe Venezuela, scontri a Caracas: 1 morto e 99 feriti

    Credit: AFP
    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 1 Mag. 2019 alle 16:37 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:23

    Golpe Venezuela – Aggiornamento 1 maggio 2019 – Nel caos del Venezuela è morta 1 persona. I feriti sono 99. Sono ore di caos in Venezuela dopo l’appello lanciato dal leader dell’opposizione Juan Guaidò al popolo e ai militari per far cadere il presidente Nicolas Maduro.

    Intanto l’autoproclamato presidente Guaidò non intende arretrare, come abbiamo riportato qui. “Andremo avanti con più forza che mai“. Ed è crisi Russia-USA: “Non vi intromettete” (qui l’articolo).

    Venezuela, Guaidò lancia un appello per la rivolta militare

    Ma andiamo con ordine. I fatti: Il culmine della tensione si è raggiunto quando alcuni blindati dell’esercito del Venezuela hanno investito dei dimostranti riuniti nei pressi della base militare La Carlota, nella capitale Caracas, secondo quanto si vede nelle immagini trasmesse dalla BBC.

    La crisi politica nel paese latinoamericano va avanti ormai da mesi, da quando Guaidò, presidente dell’Assemblea nazionale venezuelana, ha definito illegittimo il governo chavista e cercato di assumere ad interim il potere.

    Nonostante l’appoggio di molte cancellerie internazionali, però, Guaidò non è ancora riuscito a rovesciare Maduro né a convincere la totalità dell’esercito a schierarsi dalla sua parte.

    Il sostegno dei militari infatti è fondamentale per la riuscita di un regime change (o di un colpo di Stato, come affermano i critici) nel paese latinoamericano.

    La situazione attuale tuttavia dimostra che una parte dell’esercito, probabilmente maggioritaria, non è disposta a voltare le spalle all’attuale presidente e ad appoggiare quindi un “colpo di Stato in Venezuela”.

    Guaidò tuttavia si è fatto riprendere nel video-appello pubblicato il 30 aprile circondato da alcuni soldati armati nella base aerea di La Carlota, nella capitale Caracas. Insieme a lui, anche Leopoldo Lopez, fuggito dai domiciliari grazie all’intervento dei militari.

    La risposta del governo guidato da Nicolas Maduro non si è fatta attendere: i chavisti hanno definito un “colpo di Stato” le azioni portate avanti da Guaidò, additato spesso in passato come una marionetta nelle mani di potenze straniere, Stati Uniti in primis.

    I chavisti hanno anche sminuito l’importanza di quanto sta accadendo a Caracas, affermando che operazioni “sono già in corso” per sventare il tentativo di golpe di Guaidò.

    Subito dopo l’appello del leader dell’opposizione tuttavia si sono registrati alcuni scontri tra sostenitori di Guaidò e forze dell’ordine nei pressi della base militare di La Carlota. Si sono uditi degli spari e sono stati anche lanciati lacrimogeni contro la folla: secondo i media internazionali vi sarebbe anche un ferito.

    A rassicurare sulla tenuta del governo di Maduro è stato anche il ministro della Difesa, Vladimir Padrino, che ha affermato che la situazione “è sotto controllo e che la Fuerza Armada Nacional Bolivariana (Fanb resta ferma nella difesa della Costituzione”.

    Con il passare delle ore commenti sono arrivati anche dagli Stati che nei mesi precedenti avevano espresso il loro sostegno a Guaidò. Gli unici ad aver preso le parti del leader dell’opposizione questa volta sono stati unicamente gli Stati Uniti, mentre l’Ue ha lanciato un appello alla calma.

    Venezuela, le reazioni internazionali alle nuove proteste
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