Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 04:23
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Gaza, muore bambino di 4 anni ferito dai soldati israeliani al confine

Immagine di copertina
Fonte: Facebook

Dall'inizio delle proteste al confine tra Gaza e Israele 235 palestinesi sono stati uccisi e quasi 6mila sono rimasti feriti

Un bambino palestinese di quattro anni è morto l’11 dicembre 2018 nella striscia di Gaza dopo essere stato ferito nel corso delle proteste che continuano a svolgersi ogni venerdì al confine tra Israele e la Striscia.

Secondo quanto riferito dal ministero della Salute di Gaza, il bambino è morto a causa delle ferite riportate. Nella nota non sono fornite informazioni più precise, ma il quotidiano Al Jazeera riporta che Ahmed Abu Abed  è stato ferito da una scheggia dopo che suo padre era stato colpito da uno dei proiettili sparati dai soldati israeliani.

Dal 30 marzo i palestinesi si radunano lungo il confine tra Gaza e Israele ogni venerdì per protestare contro l’occupazione israeliana chiedendo la restituzione delle loro terre.

Dall’inizio delle proteste, almeno 235 palestinesi sono stati uccisi e quasi 6mila sono rimasti feriti dal fuoco dell’esercito israeliano.

Le forze armate israeliane accusano invece il movimento armato islamico palestinese Hamas, che controlla la striscia dal 2006, di usare gli abitanti di Gaza come scudi umani.

Nelle ultime settimane nell’enclave di Gaza è stata raggiunta una fragile tregua grazie all’intervento dell’Egitto, dopo che la tensione tra Hamas e Israele era tornata a salire.

Lunedì 12 novembre infatti circa 400 razzi sono stati lanciati da Gaza su Israele. All’offensiva, l’esercito israeliano aveva risposto bombardando circa 150 obiettivi della Striscia.

Israele al momento è impegnato anche in “un’operazione militare” al confine con il Libano, dove le forze israeliane hanno scoperto un tunnel scavato da Hezbollah per attraversare illegalmente la frontiera tra i due Stati.

Il 12 dicembre, il premier israeliano ha approfittato della visita del ministro dell’Interno Matteo Salvini per chiedere al governo italiano un impegno maggiore delle truppe Unifil, guidata attualmente dall’Italia.

Il ministro Salvini si è schierato apertamente a sostegno dello Stato ebraico e ha accusato Hezbollah di essere un gruppo terroristico, causando imbarazzo nel ministero della Difesa e nella componente italiana della missione Onu al confine tra Libano e Israele.

Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”