Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 22:37
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Una foto inedita apre a una nuova teoria sulla scomparsa dell’aviatrice statunitense Amelia Earhart

Immagine di copertina
L'aviatrice statunitense Amelia Earhart, scomparsa nel 1937 insieme al suo navigatore Fred Noonan

Un'immagine mostrata in un documentario mette in dubbio che la pilota sia morta nell'incidente aereo del 1937 mentre sorvolava l'Oceano Pacifico

Sono trascorsi ottant’anni da quando l’aviatrice statunitense Amelia Earhart è scomparsa mentre sorvolava l’Oceano Pacifico con l’obiettivo di diventare la prima pilota a fare il giro del mondo.

Anche se i suoi resti e quelli del suo navigatore Fred Noonan non sono mai stati ritrovati, nel 1939 – due anni dopo la loro scomparsa – i due sono stati dichiarati legalmente morti dagli Stati Uniti. La loro scomparsa è rimasta da allora un mistero e in proposito si sono diffuse diverse teorie.

Ora una nuova foto, rinvenuta negli archivi nazionali statunitensi e mostrata in uno speciale del canale televisivo Nbc, riporta alla luce la teoria secondo la quale Earhart e il suo navigatore non sarebbero morti in un incidente aereo, ma sarebbero stati presi come prigionieri dai giapponesi.

Come rivela il documentario a reperire la foto è stato l’investigatore Les Kinney, un agente federale in pensione, secondo il quale l’immagine è stata scattata nel 1937 sull’Atollo Jaluit, nelle isole Marshall, che si trovavano all’epoca sotto il controllo giapponese.

La foto mostra due individui caucasici, un uomo e una donna, su un molo, circondati da abitanti locali. Secondo alcuni storici, si tratta probabilmente di Amelia Earhart e Fred Noonan.

National Archives/History Channel

Secondo uno degli esperti intervistati nel documentario, i capelli e il naso dell’uomo corrispondono a quelli di Noonan, mentre i capelli corti e i pantaloni indossati dalla donna richiamano lo stile dell’aviatrice statunitense.

Inoltre, la nave da guerra giapponese sullo sfondo, chiamata Koshu, sembra trainare qualcosa che corrisponde all’aereo di Earhart.

La foto sarebbe stata scattata da una spia che monitorava l’attività militare giapponese nel Pacifico per conto degli Usa.

Secondo quanto riportato da Nbc News, per decenni gli abitanti locali hanno detto di aver visto l’incidente in cui è stato coinvolto l’aereo di Earhart e di aver visto l’aviatrice e il pilota essere portati via.

Alcuni locali, all’epoca bambini, hanno detto di aver visto Earhart prigioniera e la storia è stata documentata con francobolli emessi nel 1980.

“Riteniamo che Koshu l’abbia portata a Saipan, sulle isole Marianne, e che lei sia morta mentre si trovava prigioniera dei Giapponesi”, ha detto Gary Tarpinian, che ha prodotto lo speciale. “Non sappiamo come sia morta e quando”.

National Archives / Nbc
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”