Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 15:58
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Le forze di sicurezza irachene sono accusate di avere torturato e ucciso civili a Mosul

Immagine di copertina

Amnesty International ha denunciato che almeno sei persone sarebbero state trovate morte il mese scorso in due villaggi a sud della città irachena controllata dall’Isis

Uomini vestiti con divise della polizia federale irachena avrebbero torturato e ucciso i residenti di alcuni villaggi a sud di Mosul durante la campagna militare per strappare la città dal controllo del sedicente Stato Islamico.

Amnesty International ha denunciato che “almeno sei persone” sarebbero state trovate morte il mese scorso nelle frazioni di Shura e Qayyara, due villaggi sospettati dalle forze di sicurezza di essere legati agli estremisti islamici dell’Isis che nel 2014 riuscirono a impossessarsi di un terzo del territorio iracheno.

Secondo Lynn Maalouf, funzionario di Amnesty a Beirut, in Libano, “uomini con le uniformi della polizia federale hanno compiuto una serie di omicidi illegali, arrestando e uccidendo deliberatamente a sangue freddo i residenti dei villaggi a sud di Mosul”.

Le vittime, ha denunciato Amnesty, sarebbero state prima picchiate con i calci dei fucili e con delle catene e poi uccisi. In un caso, un uomo sarebbe stato addirittura decapitato.

L’organizzazione umanitaria ha lanciato l’allarme del rischio che eventi simili si ripetano con il proseguire della campagna militare, se gli autori delle violazioni non saranno puniti.

Inoltre, secondo Human Rights Watch, almeno 37 uomini sospettati di fare parte del sedicente Stato islamico, sono stati incarcerati dalle forze di sicurezza irachene e curde durante operazioni di pattugliamento nei villaggi, controlli nei checkpoint e nei campi profughi allestiti intorno Mosul e Hawija, nella provincia di Kirkuk.

I parenti hanno denunciato alle organizzazioni umanitarie di non sapere dove si trovano i familiari e hanno detto di non essere stati in grado di mettersi in contatto con nessuno di loro dal momento in cui sono stati incarcerati.

Un portavoce del governo regionale curdo ha negato le accuse contenute nel rapporto di Human Rights Watch e ha spiegato che i ritardi nell’informare le famiglie sono dovuti alle risorse limitate e che non vi è stata alcuna violazione della legge.

L’operazione militare per la riconquista di Mosul è entrata nella sua quarta settimana, ma per il momento l’alleanza composta da almeno 100mila militari tra soldati iracheni, forze di sicurezza, milizie sciite e peshmerga curdi, con il sostegno dei bombardamenti aerei della coalizione a guida statunitense, è riuscita a penetrare solo nei quartieri periferici della città.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Dalla Russia filtra ottimismo: “Accordo vicino”. Ma no a concessioni sui territori né su truppe Nato in Ucraina
Esteri / Trump fa causa alla BBC per diffamazione e chiede un risarcimento da 10 miliardi di dollari
Esteri / Ucraina, dopo Berlino Trump è ottimista: “Mai così vicini alla pace”. Ma resta il nodo Donbass con la Russia
Ti potrebbe interessare
Esteri / Dalla Russia filtra ottimismo: “Accordo vicino”. Ma no a concessioni sui territori né su truppe Nato in Ucraina
Esteri / Trump fa causa alla BBC per diffamazione e chiede un risarcimento da 10 miliardi di dollari
Esteri / Ucraina, dopo Berlino Trump è ottimista: “Mai così vicini alla pace”. Ma resta il nodo Donbass con la Russia
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”