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“Dall’11 settembre 2001 a oggi gli attacchi aerei degli Usa hanno ucciso almeno 22.000 civili”: il report

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credit: Ansa foto

L’intervento militare in Afghanistan è stato un tassello fondamentale della “guerra al terrore” che ha definito la strategia di Washington in relazione al Medio Oriente a al Nord Africa a partire dagli attentati terroristici dell’11 settembre 2001. Con il ritiro delle forze statunitensi dall’Afghanistan, sembra che l’orientamento del presidente Usa Joe Biden sia quello di una conclusione della cosiddetta “guerra permanente”.

In vista del 20° anniversario delle atrocità terroristiche dell’11 settembre e del successivo lancio della Guerra al Terrore, l’organizzazione Airwars (società no-profit con sede a Londra che traccia e archivia la guerra aerea internazionale contro lo Stato islamico e altri gruppi in Iraq, Siria e Libia) ha cercato la risposta a una domanda importante: quanti civili sono rimasti uccisi durante gli attacchi statunitensi nelle cosiddette “guerre infinite”?.

Secondo il report stilato da Airwars, droni e attacchi aerei statunitensi hanno ucciso almeno 22.000 civili – con un margine fino a 48.000 – in periodo che va dagli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 a oggi. L’analisi è basata sull’affermazione dell’esercito americano di aver condotto quasi 100.000 attacchi aerei dal 2001. Comprendendo gli attacchi allo Stato islamico in Siria, i conflitti in Iraq e Afghanistan, nonché gli attacchi contro i gruppi militanti e terroristici in Yemen, Somalia, Pakistan e Libia, gli Stati Uniti hanno affermato di aver condotto almeno 91.340 attacchi in 20 anni, di cui 9.000 contro lo Stato Islamico, afferma il rapporto di Airwars.

Il divario tra 22mila e 48mila vittime riflette le molte incognite da considerare quando si tratta di danni civili in guerra. Le parti in causa spesso non verificano le conseguenze delle loro azioni militari. Spetta alle comunità locali, alla società civile e alle agenzie internazionali contare i danni. Molteplici fonti possono tuttavia suggerire numeri diversi di decessi, il che significa che le organizzazioni di monitoraggio come Airwars registreranno stime sia minime che massime.

 

Particolari picchi sono stati osservati durante l’invasione dell’Iraq nel 2003, quando gli Stati Uniti hanno dichiarato 18.695 attacchi. Anche la campagna contro il cosiddetto Stato Islamico ha visto un picco sostenuto, con più di 9.000 attacchi all’anno nel biennio 2015-2017. Secondo il report, l’anno più mortale negli ultimi due decenni per le vittime civili degli attacchi aerei statunitensi è stato appunto il 2003, quando è stato riferito che un minimo di 5.529 civili sono stati uccisi, quasi tutti durante l’invasione dell’Iraq di quell’anno.

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