Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 08:09
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Brexit, il parlamento britannico ha bocciato l’accordo negoziato tra Theresa May e l’Ue

Immagine di copertina
Credit: Oli Scarff/ Afp

Il parlamento britannico ha bocciato l’accordo sulla Brexit, con 202 voti a favore e 432 voti contrari. A schierarsi contro l’accordo siglato nei mesi scorsi tra la premier May e i leader dell’Ue, sono stati i Tory più radicali, oltre che i labour più europeisti e la destra unionista nordirlandese del Dup. Tra gli oppositori anche i Lib-dem e Snp.

L’accordo era stato approvato con i leader dell’Ue a novembre 2018, ma era necessaria l’approvazione del Parlamento perché diventasse effettivo. Approvazione che, non è arrivata.

La bocciatura apre una serie di scenari politici senza precedenti.

La diretta video:

“Il rischio di un ritiro disordinato del Regno Unito è aumentato con il voto di questa sera”, ha detto il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, che ha chiesto con urgenza “al Regno Unito di chiarire le sue intenzioni il più presto possibile. Il tempo è quasi finito”, ha detto Juncker in una nota.

Cosa succede adesso

La maggioranza si è espressa chiaramente: l’accordo siglato da Theresa May e i leader Ue non va bene. La premier aveva avvisato nei mesi scorsi che le conseguenze sarebbero state gravi. Nonostante la bocciatura, il 29 marzo il Regno Unito uscirà dall’Unione europea, senza alcun accordo.

La premier ha adesso solo tre giorni per presentare un piano B alla Camera dei comuni.

May ha provato, invano, a convincere gli hard brexiteers a votare l’accordo, dal momento che lo scenario del “No deal” sarebbe stato peggio di qualsiasi altro. Il No deal però ha vinto. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e quello della Commissione Jean-Claude Juncker in primis, hanno ricordato con una lettera a Theresa May che potrà essere trovato un nuovo accordo entro il 31 dicembre 2020, in modo tale da scongiurare le conseguenze più nefaste.

Tra i punti più osteggiati dal parlamento vi era quello del backstop, la spinosa questione del confine tra Irlanda del Nord e Repubblica di Irlanda, che abbiamo spiegato qui.

Dopo la sonora sconfitta, il governo potrà decidere di dimettersi. Se i voti di scarto fossero stati pochi, la May avrebbe potuto decidere di rimanere per condurre le nuove trattative, ma in questo caso sarà difficile scongiurare le dimissioni. Tra gli scenari vi è un nuovo governo Tory, o addirittura nuove elezioni, come richiesto dal partito dei Labour.

Le opposizioni potrebbero presentare una mozione di sfiducia contro il governo. Se passa la mozione di sfiducia, allora, entro 14 giorni, chi riesce a formare un nuovo governo può chiedere la fiducia. Se nessuno riesce a formare un governo ed ottenere la fiducia della House of Commons, allora si scioglie la Camera e si va a votare, con elezioni anticipate.

In caso di dimissioni del governo, il Regno Unito potrebbe chiedere una proroga dell’entrata in vigore della Brexit, dal 29 marzo alla prossima estate almeno.

Per una richiesta del genere, che prevede la proroga dell’articolo 50, serve una richiesta formale del Regno Unito e l’ok all’unanimità dei 27 stati membri. L’articolo 50 fissa in due anni la durata dei negoziati di uscita di un paese dall’Unione europea.

In questo caso si aprirebbero comunque scenari incerti: quanto dovrebbe durare la proroga? Il Regno Unito dovrebbe partecipare alle elezioni europee del prossimo maggio?

Ti potrebbe interessare
Esteri / Reportage TPI – Il prezzo del sangue: così i tagli di Trump mettono a rischio la lotta all’HIV in Uganda
Esteri / Make Antitrust Great Again? Tutte le crepe nel movimento trumpiano tra lobbisti e falchi dei monopoli
Esteri / L’età della grande paralisi globale: ecco perché nessuno può sfidare il duopolio di Usa e Cina
Ti potrebbe interessare
Esteri / Reportage TPI – Il prezzo del sangue: così i tagli di Trump mettono a rischio la lotta all’HIV in Uganda
Esteri / Make Antitrust Great Again? Tutte le crepe nel movimento trumpiano tra lobbisti e falchi dei monopoli
Esteri / L’età della grande paralisi globale: ecco perché nessuno può sfidare il duopolio di Usa e Cina
Esteri / Oms: “Oltre 1.000 persone sono morte a Gaza in attesa di un’evacuazione medica dal luglio 2024”
Esteri / L’indiscrezione: “Grecia, Israele e Cipro valutano una forza militare congiunta nel Mediterraneo”
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Esteri / Piogge torrenziali, raid aerei e aiuti in ritardo: la tregua con Israele regge ma a Gaza si continua a morire
Esteri / Il discorso di Trump agli Usa: “Ho ereditato un disastro ma ora l’America è tornata”
Esteri / Iran, condannato a morte per “corruzione sulla Terra”: ora il pugile Mohammad Javad Vafaei Sani rischia l’esecuzione
Esteri / Putin minaccia: “La Russia raggiungerà tutti gli obiettivi in Ucraina. Con la diplomazia o con la forza”