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Home » Esteri

Brasile, Bolsonaro presenta ricorso contro l’esito delle elezioni: non riconosce la vittoria di Lula

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Dopo tre settimane di assoluto silenzio, Jair Bolsonaro torna sul risultato delle elezioni in Brasile che lo hanno visto sconfitto da Lula lo scorso 30 ottobre al ballottaggio e contesta l’esito delle urne: senza fornire alcuna prova ha presentato un ricorso al Tribunale Superiore Elettorale del Brasile chiedendo che il risultato venga annullato. Il documento è stato sottoscritto anche dal presidente del suo partito, il Partito Liberale, Valdemar Costa Neto. Tra i due sfidanti ci sono poco più di due milioni di voti di differenza: Bolsonaro ha però dato la colpa a una parte delle 287 mila urne elettroniche, dei modelli creati prima del 2020. Secondo lui presentano delle incongruità rispetto al primo turno, e sostiene che le elezioni siano state truccate.

Se non fornirà prove concrete entro 24 ore, il presidente del Tribunale Elettorale, Alexander de Moraes ha fatto sapere che il ricorso verrà respinto. La sera delle elezioni, il presidente uscente non si era congratulato con lo sfidante uscito vincitore, come per prassi di solito accade. Dopo aver lasciato sfogare gli umori della piazza, è intervenuto adesso su pressione dei suoi sostenitori, che si aspettavano da lui una risposta. Se anche ha firmato il passaggio di consegne che prevede lo scambio dei dossier più urgenti per il Paese, non si è mai espresso con parole di condanna per gli assalti alle caserme dell’esercito da parte dei suoi sostenitori che chiedevano un golpe. Sembra di rivivere i momenti in cui Donald Trump soffiava sul vento della protesta dei suoi sostenitori non riconoscendo la vittoria di Joe Biden e ostacolando il passaggio di testimone all’amministrazione Biden.

Anche in quel caso si contestavano i voti arrivati in via elettronica. Bolsonaro denuncia un’anomalia che però riguarda sistemi in funzione già da prima del 2018, quando lui stesso vinse le elezioni. Il suo ricorso si basa su uno studio condotto da Voto legal, un istituto non riconosciuto dal Tribunale Elettorale, secondo il quale l’esito delle elezioni lo premierebbe con il 51,05 dei voti.

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