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Un bambino su tre in Europa è obeso

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Lo studio prevede inoltre che il numero dei bambini sotto i cinque anni in tutto il mondo raggiungerà i 70 milioni entro il 2025, passando dai 41 milioni attuali

Un bambino su tre di età compresa tra i sei e i nove anni in Europa è in sovrappeso o è obeso.

Il rapporto è stato commissionato dalla United European Gastroenterology (UAG) e si basa su dati provenienti da 46 paesi della regione europea. Lo studio prevede inoltre che il numero dei bambini sotto i cinque anni in tutto il mondo raggiungerà i 70 milioni entro il 2025, passando dai 41 milioni attuali. 

Secondo lo Uag l’Europa non può far fronte al problema: “In tutta Europa ci sono pediatri esperti e molti centri di eccellenza. Tuttavia non sono molto diffusi e non possono soddisfare le esigenze dei bambini di tutto il continente”, ha detto Michael Manns, presidente dell’organizzazione e professore di pediatria presso l’Hannover Medical School. 

Il costo del trattamento dei disturbi legati all’obesità equivale a un decimo del totale dei costi della sanità in Europa e minaccia la sostenibilità dei servizi sanitari pubblici delle nazioni europee. 

I bambini costituiscono un quinto della popolazione europea, e l’incidenza della malattia è in aumento. Secondo gli esperti la ricerca in questo settore è sottofinanziata. 

Lo studio prevede inoltre che un quinto degli adulti in tutto il mondo saranno obesi entro il 2025. 

L’allarme sui livelli di obesità non è nuovo e non si limita all’Europa. Un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Lancet, condotto dagli scienziati dell’Imperial College, ha riferito che in tutto il mondo ci potrebbero essere 266 milioni di uomini obesi e 375 milioni di donne obese.

Lo studio rivela inoltre che dal 1975 ad oggi, il peso medio della popolazione mondiale è aumentato ogni decennio di 1,5 chilogrammi. 

I ricercatori avvertono che l’obesità in età infantile può protrarsi con una certa frequenza in età adulta. Si parla del 90 per cento dei casi. È per questo che i medici puntano l’attenzione sulle campagne di prevenzione che agiscano già sulle fasce di età più basse. 

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