Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 12:00
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Stazione televisiva sotto attacco a Kabul, in Afghanistan

Immagine di copertina
Le forze di sicurezza afghane in una foto d'archivio. Credit: Shah Marai

Gli aggressori hanno fatto irruzione nell'edificio dopo un'esplosione. Uno di loro è stato ucciso dalle forze di sicurezza

Alcuni uomini armati hanno assaltato la sede di una televisione locale a Kabul, capitale dell’Afghanistan, martedì 7 novembre 2017. Un’operazione delle forze dell’ordine è ancora in corso.

Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come

Gli aggressori sono almeno due, secondo quanto dichiarato da un funzionario di sicurezza afghano citato dall’agenzia Reuters. Il funzionario ha aggiunto che gli uomini hanno fatto irruzione nell’edificio dopo un’esplosione. Uno degli assalitori è stato ucciso dagli agenti, mentre un altro si è difeso dalle forze di sicurezza con delle bombe a mano.

L’attacco è avvenuto nella rete privata Shamshad TV, che trasmette in lingua pashtu, una lingua iranica parlata in Afghanistan e Pakistan. La televisione ha interrotto la normale programmazione, trasmettendo un’immagine fissa.

Sull’account twitter in inglese della rete si legge che ci sarebbero numerose vittime nello staff. Secondo la Bbc all’interno dell’edificio si trovavano un centinaio di persone.

Alcuni dipendenti raggiunti telefonicamente dall’agenzia Reuters dicono che ci sono dalle due alle cinque vittime. Secondo il capo della polizia afghana Basir Mujahid potrebbero esserci dei morti ma il loro numero è ancora incerto.

Un tweet successivo della rete televisiva invita a pregare per la sorte dei dipendenti:

L’attacco è stato rivendicato dall’Isis tramite la sua agenzia di stampa Amaq, senza però fornire alcuna prova. I Taliban avevano in precedenza emesso una dichiarazione in cui sostenevano di non essere coinvolti.

L’attacco del 7 novembre è l’ultimo di una serie di atti contro i giornalisti e gli operatori dei media. Lo scorso anno sette membri della più grande televisione privata afghana, Tolo, sono stati uccisi da un attentatore suicida dei Taliban.

Nell’ultimo tweet il network sostiene che ci siano almeno 20 feriti.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Reportage TPI – Il prezzo del sangue: così i tagli di Trump mettono a rischio la lotta all’HIV in Uganda
Esteri / Make Antitrust Great Again? Tutte le crepe nel movimento trumpiano tra lobbisti e falchi dei monopoli
Esteri / L’età della grande paralisi globale: ecco perché nessuno può sfidare il duopolio di Usa e Cina
Ti potrebbe interessare
Esteri / Reportage TPI – Il prezzo del sangue: così i tagli di Trump mettono a rischio la lotta all’HIV in Uganda
Esteri / Make Antitrust Great Again? Tutte le crepe nel movimento trumpiano tra lobbisti e falchi dei monopoli
Esteri / L’età della grande paralisi globale: ecco perché nessuno può sfidare il duopolio di Usa e Cina
Esteri / Oms: “Oltre 1.000 persone sono morte a Gaza in attesa di un’evacuazione medica dal luglio 2024”
Esteri / L’indiscrezione: “Grecia, Israele e Cipro valutano una forza militare congiunta nel Mediterraneo”
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Esteri / Piogge torrenziali, raid aerei e aiuti in ritardo: la tregua con Israele regge ma a Gaza si continua a morire
Esteri / Il discorso di Trump agli Usa: “Ho ereditato un disastro ma ora l’America è tornata”
Esteri / Iran, condannato a morte per “corruzione sulla Terra”: ora il pugile Mohammad Javad Vafaei Sani rischia l’esecuzione
Esteri / Putin minaccia: “La Russia raggiungerà tutti gli obiettivi in Ucraina. Con la diplomazia o con la forza”