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Home » Economia

Reddito di cittadinanza, solo un percettore su quattro è perfettamente in regola

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“Circa i tre quarti dei controlli di legittimità che abbiamo fatto sul reddito di cittadinanza hanno dato esito positivo. Sappiamo, ovviamente, anche scegliere da chi andare, ma sono numeri abbastanza consistenti, che anche in questa regione hanno una manifestazione numericamente significativa”: il comandante interregionale della Guardia di finanza dell’Italia centrale, Bruno Buratti, ha riferito stamattina in un incontro a Cagliari il dato sui percettori illegittimi della misura anti-povertà.

“Ci troviamo in una situazione economica e di congiuntura internazionale non facile”, ha detto a margine della visita alla caserma ‘Efisio Satta’ del comando regionale della Sardegna, dove è stato ricevuto dal comandante regionale Claudio Bolognese.

“Proveniamo da una situazione finanziaria che, già prima della crisi pandemica, era già abbastanza aggravata sul fronte del debito pubblico – ha ricordato – e in questo momento, abbiamo una grande sfida da sostenere, cioè quella della ripresa dell’economia che si basa molto sull’efficacia del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che con i suoi 235 miliardi complessivi, di cui un miliardo e mezzo sicuramente destinato alla Sardegna, gioca un ruolo abbastanza importante”.

I dati relativi ai primi otto mesi del 2022 riferiscono di 1.479.809 nuclei percettori di almeno una mensilità di Reddito di Cittadinanza, con 3.386.231 persone coinvolte e un importo medio mensile erogato a livello nazionale di 582,04 euro. La misura andrà però gradualmente ad esaurirsi nel 2023, fino a sparire del tutto nel 2024.

Il prossimo anno verranno infatti erogate sette mensilità, e chiunque rifiuti anche una sola offerta di lavoro verrà sospeso dai pagamenti. La presidente del consiglio Meloni ha spiegato ieri le motivazioni del governo dietro la decisione: “Sono state dette molte bugie: lasciamo la massima tutela a tutti coloro che non possono lavorare, agli over 60 e a chi è senza reddito e ha minori a carico. Sono convinta che uno Stato giusto non mette sullo stesso piano dell’assistenzialismo chi può lavorare e chi non può”.

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