Mutui, il governo ha “dimenticato” di rifinanziare il fondo di garanzia per i giovani
Brutte notizie per gli under 35: il governo non ha (ancora?) rifinanziato il Fondo di garanzia per i mutui per l’acquisto della prima casa. L’allarme suonato nelle scorse ora da diverse associazioni, Adiconsum in testa, ha trovato la conferma ufficiosa del Mef.
Al momento, infatti, spiegano fonti del Mef, risulta non rifinanziato il Fondo Consap rivolto a giovani coppie dove almeno uno dei due componenti non abbia superato i 35 anni, a nuclei familiari monogenitoriali con figli minori e giovani di età inferiore ai 35 anni titolari di un rapporto di lavoro atipico.
La spiegazione data da fonti Mef è la “non urgenza” del rifinanziamento in quanto “ci sono ancora risorse giacenti dal precedente stanziamento”. Ma, come denunciato dalle associazioni, “gli istituti di credito stanno declinando le domande di accensione dei mutui, in realtà già da alcuni mesi” proprio per le esigue risorse rimaste.
Il Fondo di garanzia per i mutui prima casa, gestito dalla Consap – Concessionaria servizi assicurativi pubblici – è stato istituito nel 2013 presso il Ministero dell’Economia e da gennaio 2015, quando è diventato operativo, al 31 marzo 2018 (ultimi dati consultabili) ha garantito l’acquisto della prima casa a ben 58.501 persone (o coppie), stanziando in tutto 3,3 miliardi di euro.
Oltre 170 le banche che hanno aderito al programma, con circa cento domande al giorno arrivate a Consap. Beneficiari di questo fondo sono stati soprattutto gli under 35: il 58 per cento dei mutui garantiti dal Mef sono stati infatti erogati a giovani tra i 20 e i 35 anni.
Ma ora le banche, vista la scarsa disponibilità rimasta – “vicina allo zero” – confermano fonti del Mef a TPI, hanno smesso di erogare mutui ipotecari garantiti per il 50 per cento della quota capitale (per un massimo di 250mila euro).
Da qui l’allarme di Carlo De Masi, presidente di Adiconsum nazionale, che ha denunciato come “sulla nostra pagina Facebook continuano ad arrivare numerose richieste di consumatori che lamentano come, a dispetto delle esigue risorse rimaste ma comunque presenti, alcuni istituti di credito stanno declinando le domande di accensione dei mutui con questa modalità già da alcuni mesi”.
“Lo scorso novembre” prosegue Danilo Galvagni, Vice Presidente di Adiconsum “ci eravamo attivati lanciando l’allarme sull’imminente esaurimento delle risorse del Fondo Consap, inviando una lettera al Ministro, Giovanni Tria, chiedendo, oltre ad un intervento urgente di rifinanziamento, anche l’apertura di un Tavolo con tutti gli stakeholder, comprese le Associazioni Consumatori, per omogeneizzare le regole e aumentare le opportunità” Questa lettera, però, “al momento è ancora e purtroppo disattesa”.
Se il titolare dell’immobile non riuscisse a pagare, anche in parte, le rate del mutuo, la banca invia un sollecito di pagamento e avverte la Consap.
Dopo un anno, se il cliente continua a non pagare, la banca o l’intermediario può chiedere alla Consap di coprire le rate mancati con il Fondo di garanzia. In tal caso il rimborso dovrebbe avvenire nei 30 giorni successivi alla richiesta. Da tale momento in poi il cliente sarà “debitore” nei confronti della banca bensì del Ministero dell’Economia per il pagamento delle rate arretrate.
Su queste rate verranno poi calcolati gli interessi legali dal giorno in cui la Consap ha effettuato il pagamento alla banca. Spetterà quindi alla Consap agire nei confronti del cliente per il recupero forzoso delle somme tramite iscrizione a ruolo o cartella esattoriale.
Nei casi di temporanea indisponibilità, licenziamento, disoccupazione, cassa integrazione, decesso o handicap grave il cliente può sempre richiedere la sospensione del pagamento delle rate mutuo prima casa per un massimo di 18 mesi.
Fondo di garanzia per i mutui prima casa, chi ne ha diritto
– giovani coppie sposate o conviventi che hanno costituito un nucleo familiare da almeno due anni, di cui almeno uno dei due sotto i 35 anni al momento della presentazione della domanda;
– famiglie monogenitoriali, cioè nuclei familiari con un solo genitore non coniugato, separato, divorziato o vedovo e con almeno un figlio minorenne a carico;
– lavoratori con meno di 35 anni in possesso di un contratto di lavoro atipico;
– inquilini che vivono in alloggi di proprietà degli Istituti autonomi case popolari (IACP) ovvero dell’Azienda territoriale edilizia residenziale pubblica (ATERP).
– l’immobile ad uso abitativo è ubicato in Italia;
– l’immobile non è di lusso (sono esclusi dal Fondo di garanzia gli immobili che rientrano nelle categorie catastali A1, A8 e A9);
– l’immobile è destinato ad uso esclusivamente abitativo.