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    Cos’è il Mes e come funziona: 5 domande e risposte per capire cosa ci aspetta

    Credit: Philipp von Ditfurth/dpa
    Di Elisa Serafini
    Pubblicato il 10 Apr. 2020 alle 14:11

    Cos’è il Mes e come funziona: 5 domande e risposte per capire cosa ci aspetta

    Cos’è il MES e come funziona? Il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità)  è un fondo costruito nel 2012 grazie alla co-partecipazione di diversi stati, e ha un semplice obiettivo: sostenere paesi dell’Euro-zona che si trovino in difficoltà finanziaria, al fine di evitare un effetto contagio sugli altri paesi. Per semplificare, il MES può essere immaginato come una cassetta di sicurezza, nella quale i paesi membri versano dei fondi di emergenza, che verranno utilizzati come base di prestiti per i paesi in difficoltà. Non si tratta di un’istituzione che fa parte dell’Unione europea, ma di un’organizzazione intergovernativa e internazionale, composta da 19 membri.

    La capacità di prestito del fondo è oggi di 410 miliardi di euro, e l’assistenza viene concessa secondo rigidi parametri di condizionalità. Questo significa che i fondi vengono concessi “in cambio” principalmente di riforme strutturali, che dovrebbero permettere al Paese beneficiario di migliorare le proprie condizioni economiche. I paesi sono poi tenuti a restituire i prestiti in un lasso di tempo concordabile (ad esempio l’Irlanda usufruì di prestiti MES nel 2010-2013 e dovrà restituirli entro il 2040).

     

    Cosa è stato approvato ieri? L’Eurogruppo ha stabilito la possibilità di coordinare diverse azioni di sostegno ai paesi in difficoltà a seguito delle conseguenze della pandemia Covid-19. Tra queste, la possibilità di richiedere fondi MES con la sola condizione di utilizzare i contributi per spese dovute agli effetti della pandemia, un meccanismo europeo per la cassa integrazione (Sure), e un ulteriore fondo della Banca Europea degli Investimenti (altra istituzione internazionale) per sostenere la liquidità.

    Come si è svolta la dialettica MES/ Italia sui tavoli Europei? L’Italia ha fin da subito espresso una posizione contraria ai prestiti condizionati a riforme strutturali. La stessa posizione è stata espressa da altri paesi come Portogallo, Belgio, Spagna, Grecia. Contrari a questa visione paesi come Austria, Olanda. Le caratteristiche dei diversi schieramenti, oltre che per “geografia” possono essere riassunte come posizioni dovute anche a differenze economiche dei paesi, in particolare in rapporto al loro debito pubblico.

    L’Italia potrebbe usufruire dei fondi MES? Le posizioni anche all’interno del governo sono diverse. Al momento non è escluso che venga attivata una linea di credito da parte del MES, ma questa richiesta dovrebbe comunque essere richiesta dal Governo, sottoposta e approvata dal Parlamento italiano. In ogni caso, se approvato, secondo le ultime indicazioni fuoriuscite dall’Eurogruppo, l’Italia non dovrebbe essere tenuta ad avviare riforme strutturali, come riorganizzazioni del welfare o tagli alla spesa.

    Chi ha usufruito del MES in passato? Il caso Irlanda. Hanno usufruito di fondi MES Grecia, Irlanda, Spagna e Cipro. Il caso dell’Irlanda viene presentato come quello di maggiore successo, strutturato su oltre 67 miliardi di prestiti e di riforme legate principalmente a ristrutturazioni bancarie e riforme del lavoro, con risultati di crescita molto elevata e forte riduzione della disoccupazione. Il caso della Grecia invece presenta ancora molte complessità, nonostante l’avvio di tre diverse tranche di fondi MES e di importanti riforme, la disoccupazione è ancora al 19% e il debito pubblico ancora molto importante. Un organo del MES oggi agisce come agente di sorveglianza rispetto alle riforme che devono ancora essere implementate dal Paese per poter restituire il debito.

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