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Imu e Tasi, scadenze di giugno 2019: quando scattano gli aumenti?

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Imu e Tasi scadenze giugno 2019: quando pagare le tasse con gli aumenti

Imu e Tasi scadenze giugno 2019 | Dopo i pensionati – che a partire da questo mese hanno subito un taglio (per certi versi anche doppio) sui propri assegni – le cattive notizie arrivano anche per i contribuenti e riguardano le tasse sulla casa.

Entro il 17 giugno 2019, infatti, è necessario versare il primo acconto per quanto riguarda Imu e Tasi, il quale viene calcolato sulla base di quanto stabilito nel corso del 2018; in sostanza, nel caso in cui il patrimonio immobiliare non abbia subito particolari variazioni, il contribuente dovrà quindi versare il 50 per cento di quanto corrisposto lo scorso anno.

Fin qui nessun problema perché le suddette cattive notizie, cioè gli aumenti, invece, arriveranno a dicembre, quando ci sarà il saldo delle due imposte: con la legge di Bilancio 2019 è stato infatti cancellato lo stop agli aumenti che era stato imposto ai Comuni a partire dal 2016, il che significa che questi ultimi potranno quindi aumentare le aliquote di Imu e Tasi (e dell’addizionale Irpef).

Come risultato, naturalmente, c’è che nel 2019 le tasse sulla casa saranno più alte. Ad ogni modo i Comuni dovranno stabilire le nuove aliquote entro il 28 ottobre 2019 e a dicembre 2019, poi, le due imposte verranno ricalcolate sulla base di quanto deciso. Da quella cifra conseguente al ricalcolo verrà poi detratto quanto versato a giugno con l’acconto.

Molto importante, comunque, è ricordare che per il 2019 sono state confermate sia l’esenzione totale per quanto riguarda l’abitazione principale (purché non di lusso e purché il contribuente o il suo nucleo familiare vi dimorino abitualmente e ne abbiano la residenza anagrafica) che la riduzione del 25 per cento per gli immobili affittati a canone concordato che, infine, la riduzione del 50 per cento per i comodati genitore-figlio.

Ricordiamo inoltre che sono soggetti al pagamento di Imu e Tasi tutti i proprietari di immobili che siano situati in Italia e tutti i titolari di usufrutto, diritto d’abitazione, di uso, enfiteusi e superficie. Stesso discorso per quanto riguarda le società: anche queste, infatti, sono obbligate a versare Imu e Tasi per tutti gli immobili posseduti, di qualsiasi categoria. Nel caso di immobili locati o dati in comodato, comunque, l’occupante che non vi dimori abitualmente ha l’obbligo di versare una parte dell’imposta che varia da Comune a Comune e che oscilla tra il 10 e il 30 per cento, mentre il resto viene pagato dal proprietario.

Le imposte, infine, devono essere versate anche in caso di possesso di terreni agricoli, anche non in coltura, a meno che questi non siano ubicati nei Comuni classificati come montani o di collina.

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