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Home » Economia

Altro che lavoro e meritocrazia, nel 2025 si diventa miliardari grazie alle eredità

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Credit: Unsplash

Le eredità rappresentano una quota sempre maggiore delle ricchezze nazionali, almeno nei Paesi sviluppati. Lo sottolinea un articolo dell’autorevole magazine britannico The Economist, dal titolo “Come diventare ricchi nel 2025”. “Dimentica la tua carriera. Oggi ciò che conta è un’eredità”, recita in maniera ficcante il sottotitolo. Addio meritocrazia, insomma, si potrebbe aggiungere.

Il giornale ha raccolto una serie di stime accademiche sul “flusso di eredità” annuale – ossia il valore di ciò che le persone trasmettono agli eredi in opere d’arte, denaro, proprietà e simili – in otto Paesi sviluppati: Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Svezia, Irlanda e Giappone.

Tra gli studi presi in considerazione ce ne sono alcuni condotti dall’italiano Salvatore Morelli, professore di Economia Pubblica al dipartimento di Giurisprudenza di Roma Tre, direttore del GC Wealth Project e membro del coordinamento del Forum Disuguaglianze e Diversità, prodotti insieme agli economisti Paolo Acciari, Giacomo Gabbuti e Demetrio Guzzardi.

In base ai dati raccolti, The Economist rileva come negli ultimi sessant’anni le masse ereditarie registrate nei Paesi presi in esame siano lievitate in rapporto al rispettivo Prodotto interno lordo nazionale.

In Francia sono raddoppiate rispetto agli anni Sessanta, in Germania sono quasi triplicate rispetto agli anni Settanta, nel Regno Unito sono due volte più importanti, in relazione ai guadagni, per i nati negli anni Ottanta rispetto alla generazione precedente.

Le eredità in Italia rappresentavano poco più del 5% del Pil negli anni Novanta, mentre oggi sfiorano il 20%.

Il magazine sottolinea come la crescita del valore degli asset ereditari sia lievitato anche a causa del progressivo calo – e in alcuni casi dell’abolizione totale – delle tasse di successione.

“Nell’ultima parte del secolo, i politici si sono rivoltati contro le tasse”, si legge nell’articolo. “Alcuni sono stati influenzati dalle pressioni. Altri temevano che, in un mondo globalizzato, le tasse sulla ricchezza avrebbero spinto i ricchi a fare marcia indietro. Oggi le imposte di successione rappresentano meno dell’1% delle entrate governative nei Paesi ricchi”.

L’analisi dell’Economist fa il paio con gli inquietanti dati emersi dal recente rapporto Oxfam dal titolo “Disuguaglianza: povertà ingiusta e ricchezza immeritata”, presentato lo scorso gennaio in occasione del World Economic Forum di Davos.

L’ong ha calcolato che nel 2024 la ricchezza dei miliardari è cresciuta, in termini reali, di 2mila miliardi di dollari, pari a circa 5,7 miliardi di dollari al giorno, a un ritmo tre volte superiore rispetto all’anno precedente. Ogni settimana, in media, sono nati quattro nuovi miliardari. E il 36% delle fortune dei miliardari deriva proprio da eredità.

Secondo Oxfam, l’anno scorso la ricchezza dei dieci uomini più facoltosi al mondo è cresciuta, in media, di quasi 100 milioni di dollari al giorno: qualora il 99% dei loro patrimoni “evaporasse” da un giorno all’altro, rimarrebbero comunque miliardari.

Di contro, il numero assoluto di individui che vivono sotto la soglia di povertà di 6,85 dollari al giorno è oggi lo stesso del 1990, poco più di 3,5 miliardi di persone. Alle tendenze attuali  sottolinea l’ong – potrebbe volerci un secolo per riportare la popolazione del pianeta sopra tale soglia.

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