La storia delle Ferrovie dello Stato si intreccia con quella dell’Italia: la mostra a Roma
Il racconto della storia d’Italia attraverso la suggestiva e inedita prospettiva delle Ferrovie dello Stato. La rete ferroviaria, con le sue continue innovazioni, ha da sempre unito il nostro Paese, da Nord a Sud, e ha accompagnato l’evoluzione e le tappe più significative della nostra storia. Questo l’intento della ricca mostra Le ferrovie d’Italia (1861-2025). Dall’unità nazionale alle sfide del futuro, promossa dal VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia in collaborazione con il Gruppo FS Italiane. Ospitata nella Sala Zanardelli del Vittoriano e nel Giardino grande di Palazzo Venezia a Roma, la mostra offre un itinerario interdisciplinare che intreccia storia, politica, arti e innovazione. Un appuntamento imperdibile per appassionati e non solo, visibile sino all’11 gennaio 2026.
Il percorso, curato da Edith Gabrielli, Direttrice Generale del VIVE, prende avvio dall’intuizione di Cavour che, già negli Anni Quaranta dell’Ottocento riconosceva nella ferrovia un elemento decisivo per l’indipendenza e la modernizzazione del Paese. Si arrivò così al passaggio fondamentale da un sistema frastagliato di reti regionali a uno nazionale.
Le ferrovie hanno così favorito gli scambi economici e culturali, ridotto distanze e contribuito a plasmare una nuova identità collettiva. Un percorso dal 1861 ad oggi, suddiviso in quattro sezioni cronologiche. La prima sezione, dal 1861 al 1904, racconta la difficile trasformazione delle prime reti regionali in un sistema effettivamente nazionale. La seconda sezione, dal 1905 al 1944, affronta l’età della gestione statale, con la fondazione di FS, delle innovazioni tecniche, dell’uso politico e militare della ferrovia, fino al regime fascista e alla Seconda guerra mondiale. La terza sezione, dal 1945 al 1984, vede al centro la ricostruzione postbellica, il boom economico e il ruolo dei treni nelle grandi migrazioni interne e nel pendolarismo quotidiano. La quarta sezione, dal 1985 a oggi, verte sull’Alta Velocità, la digitalizzazione e le sfide della sostenibilità, aprendo uno sguardo al futuro.
La mostra, inoltre, è articolata su quattro chiavi di lettura che attraversano ogni sezione. Il primo asse di lettura verte sulla storia delle ferrovie in Italia, dello sviluppo della rete e dei mezzi, delle competenze tecniche e ingegneristiche, delle scelte organizzative e gestionali. Lo sguardo si muove dalla prima rete nazionale all’introduzione dell’Alta Velocità fino ai cantieri attuali finanziati con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Il secondo asse di lettura ha a che fare con l’identità, le istituzioni, la politica e l’economia, indagando le motivazioni, le strategie e gli effetti delle scelte attuate in relazione alle ferrovie in questi ambiti. L’infrastruttura ne emerge come strumento di unificazione, di modernizzazione e di governo del territorio, oltre che come fattore decisivo nello sviluppo produttivo ma anche misura delle contraddizioni del Paese, a cominciare dalla divaricazione tra campagna e città e tra Nord e Sud.
Il terzo asse di lettura affronta il tema in rapporto alla sfera sociale e antropologica, restituendo l’impatto delle ferrovie sulla vita quotidiana, sul lavoro e sul costume, la nascita di nuove professioni e la trasformazione dei ritmi e delle percezioni collettive: dall’apparizione di una nuova figura come quella del ferroviere fino al recente mutamento del concetto di distanza e all’avvento del pendolarismo di lungo raggio con l’introduzione dell’Alta Velocità.
Il quarto e ultimo asse della mostra indaga l’interpretazione delle ferrovie nelle arti, nella pittura, nella fotografia, nel cinema, nella poesia e nella letteratura. Gli artisti, prima e meglio di altri, hanno saputo cogliere la complessità del fenomeno, restituendone tanto la forza innovatrice quanto le ombre, le alienazioni e le contraddizioni: nelle loro opere il treno diventa simbolo della modernità e specchio delle sue ambivalenze, immagine di progresso e di perdita, di velocità e di lontananza, talvolta luogo di sperimentazione creativa o addirittura metafora esistenziale.
Il viaggio, quindi, come una grande esperienza collettiva ed emozionale che ha unito e unisce ancora intere generazioni di italiani. Il percorso punta su un forte rigore storico, ma anche sull’uso delle più avanzate tecnologie digitali che combinano immagini, suoni e suggestioni multisensoriali. Nel Giardino grande di Palazzo Venezia, la sezione didattica espone due monumentali riproduzioni in scala del Settebello e dell’Arlecchino, capolavori del design ferroviario italiano del dopoguerra, offrendo un’occasione unica per apprezzarne le forme e la modernità. Completa il progetto il catalogo edito da Silvana Editoriale, con testi della curatrice Gabrielli e del Comitato scientifico, che approfondisce contenuti, documenti e apparati iconografici della mostra.
Il Gruppo FS è una realtà industriale che oggi conta oltre 96.000 dipendenti, opera nei settori del trasporto ferroviario, stradale, della logistica, delle infrastrutture, della rigenerazione urbana e dei servizi tecnologici. Porta avanti una fase di profonda trasformazione con un investimento previsto superiore a 100 miliardi di euro in cinque anni, finalizzato a rafforzare la resilienza delle infrastrutture ferroviarie e stradali, migliorare la qualità del servizio, completare opere strategiche e promuovere una mobilità sempre più sostenibile e intermodale.

Le dichiarazioni
“Nel cuore del Vittoriano e nel Giardino di Palazzo Venezia, la mostra racconta il ruolo decisivo delle ferrovie nel processo di unificazione nazionale”, ha dichiarato la direttrice generale del VIVE Edith Gabrielli. “Come direttrice e curatrice ho voluto un progetto interdisciplinare che, partendo da un rigoroso impianto storico, restituisse la complessità del tema attraverso la forza significante delle nuove tecnologie e delle arti, sia visuali che letterarie. A questo servono in mostra i quadri e le sculture di De Nittis, Boccioni, de Chirico, Mattiacci, Kounellis, Paolini e Padroni, le fotografie di Berengo Gardin, Battaglia e Jodice, i film e i video di Visconti, Fellini e Cage, o le installazioni con testi poetici e letterari di Carducci, Pirandello e Starnone. La mostra è un viaggio nel tempo per riscoprire, in modo nuovo e appassionante, l’identità stessa del Paese. Sono lieta di averla realizzata in sinergia con una grande impresa pubblica come Ferrovie dello Stato Italiane, che celebra i suoi 120 anni di vita al servizio della collettività”.
“Le Ferrovie dello Stato rappresentano una parte fondamentale dell’identità italiana: hanno accompagnato ogni stagione della nostra storia, contribuendo in modo decisivo alla crescita economica, culturale e sociale del Paese”, ha dichiarato il Presidente del Gruppo FS, Tommaso Tanzilli. “Questa mostra non celebra soltanto un anniversario, ma una comunità di donne e uomini che, da oltre un secolo, mettono in movimento l’Italia con passione, competenza e senso di responsabilità. L’evoluzione tecnologica, l’Alta Velocità, i treni notte e la rete dei collegamenti regionali hanno cambiato il modo di viaggiare e di vivere il Paese, avvicinando città, persone e opportunità e facendo della ferrovia italiana un modello di eccellenza riconosciuto anche a livello internazionale. Raccontare 120 anni di FS significa raccontare la storia di un popolo, di un sistema industriale capace di coniugare tradizione e innovazione, memoria e visione. Il nostro futuro è fondato sulla sostenibilità, sulla tecnologia e sulla centralità della persona: valori che ci guidano ogni giorno e che desideriamo condividere con i visitatori o attraverso questo percorso di memoria e prospettiva”.
“La storia delle Ferrovie dello Stato Italiane è la storia di un Paese che non ha mai smesso di mettersi in movimento”, ha dichiarato l’Amministratore Delegato e Direttore Generale del Gruppo FS Stefano Antonio Donnarumma. “In 120 anni abbiamo accompagnato la crescita dell’Italia, unendo territori, persone e comunità, e contribuendo a costruire un modello di mobilità sempre più moderno e sostenibile. Con il nuovo Piano Strategico 2025–2029 abbiamo intrapreso un percorso di trasformazione profonda: 100 miliardi di euro di investimenti per disegnare le infrastrutture del futuro, rendere la rete più resiliente e digitale, rafforzare l’intermodalità e accelerare la transizione energetica. Siamo un gruppo industriale che evolve insieme al Paese, portando l’eccellenza e il know-how italiani nel mondo per costruire una mobilità sempre più integrata, accessibile e sostenibile. La mostra al Vittoriano racconta questa evoluzione, ma soprattutto testimonia l’impegno di un Gruppo che guarda al futuro, continuando a essere motore di progresso, innovazione e coesione per l’intero Paese”.
Una mostra, quindi, ricca e coinvolgente, per riappropriarci ancora una volta di un simbolo imprescindibile della cultura e della storia italiana. Appuntamento con Le ferrovie d’Italia (1861-2025). Dall’unità nazionale alle sfide del futuro nella Sala Zanardelli del Vittoriano e nel Giardino grande di Palazzo Venezia, a Roma, fino all’11 gennaio 2026. La mostra, aperta dal 7 novembre, è visitabile dalle ore 9.30 alle 19.30, con ultimo ingresso alle 18.45. Per i biglietti qui le info.


