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    Il virologo Crisanti: “Il Coronavirus non si sta spegnendo, sono solo chiacchiere”

    L'esperto stronca l'indagine sui risultati dei tamponi realizzata dalla Regione Veneto, presentata ieri

    Di Donato De Sena
    Pubblicato il 21 Giu. 2020 alle 15:21 Aggiornato il 21 Giu. 2020 alle 15:36

    Il virologo Crisanti: Coronavirus non si sta spegnendo

    Il Coronavirus non si sta “spegnendo”. “Senza numeri e senza misura non è scienza, sono solo chiacchiere”. A sostenerlo è il professor Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di microbiologia e virologia di Padova, da poco nominato come uno dei consulenti del pool della Procura di Bergamo che coordina le indagini sulla mancata zona rossa nei comuni di Alzano Lombardo e Nembro. In un’intervista rilasciata al Corriere Veneto, il virologo stronca l’indagine sui risultati dei tamponi realizzata dalla Regione, presentata ieri dal collega Roberto Rigoli, coordinatore delle microbiologie del Veneto, secondo la quale il Covid si starebbe in sostanza “spegnendo”.

    “Chi parla dell’infettività di questo virus – dichiara Crisanti – non sa quello che dice, perché l’infettività si misura sperimentalmente e sull’uomo non è possibile fare nessun esperimento e non esiste un modello animale. Senza numeri e senza misura non è scienza, sono solo chiacchiere”.

    “Siccome non è possibile fare sperimentazioni di infettività sull’uomo – spiega ancora il professore -, nessuno sa qual è la dose infettiva di questo virus e non c’è nulla da commentare: non si può commentare con un argomento scientifico una cosa che non è Scienza”.

    Crisanti è un medico di fama mondiale, è stato il primo ad aver trovato un test rapido in grado individuare con tamponi di saliva il Covid in meno di tre ore, quello che in seguito è diventato il tampone fatto su scala nazionale. Già il 4 febbraio l’ospedale dell’Università di Padova era pronto ad effettuare i test, che inizialmente sono stati fermati e non finanziati dalla Regione. Commentando la nomina come consulente della Procura di Bergamo, nei giorni scorsi a TPI ha dichiarato: “È la prima volta che vengo chiamato a svolgere un ruolo così delicato e se l’incarico verrà confermato sarò molto contento di collaborare con la Procura di Bergamo. Ce la metterò tutta per aiutare i pm ad arrivare alla verità”.

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