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    Vicenza, convalidato arresto del ragazzo nero immobilizzato per il collo dal poliziotto

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 13 Ago. 2020 alle 11:20 Aggiornato il 13 Ago. 2020 alle 11:31

     

    Vicenza, convalidato arresto del ragazzo nero preso per il collo dal poliziotto

    È stato confermato questa mattina da parte del giudice del Tribunale di Vicenza l’arresto di Jasel Guerra Romero, il ragazzo nero di origini sudamericane protagonista della colluttazione con un poliziotto nel centro di Vicenza lunedì 10 agosto. L’episodio ha destato scalpore perché l’agente ha immobilizzato il ragazzo 21enne con una “presa da wrestling”, e cioè prendendolo per il collo, fino a rischiare di strangolarlo. Almeno questo è quanto appare dai filmati ripresi dai passanti e dagli amici del giovane, diventati subito virali per la violenza del gesto. Per il Questore di Vicenza, invece, quei video sono solo parziali e non offrono una ricostruzione completa, tale da incolpare l’agente e scagionare Romero. La decisione si basa sul rapporto di servizio degli agenti, secondo cui la reazione del poliziotto è stata provocata dal ragazzo e dal suo gruppo di amici, che si erano presi gioco dell’agente mentre l’uomo cercava di sedare una rissa. Adesso il giovane è accusato di accusato di violenza e resistenza a pubblico ufficiale.

    “Quando gli agenti hanno invitato (i ragazzi, ndr) ad allontanarsi e a non utilizzare i telefonini, il 21enne, si sarebbe rifiutato di allontanarsi e avrebbe continuato a sbeffeggiare gli agenti, tanto che uno di loro ha deciso di identificarlo. Al rifiuto di mostrare i documenti, il poliziotto avrebbe tentato di fermare il ragazzo, che si è divincolato con degli strattoni, per poi essere bloccato a terra con una presa al collo da parte dell’agente”, ha affermato il questore, Antonio Messineo, sottolineando come l’agente sia dovuto ricorrere a cure sanitarie per guarire le ferite. Il 21enne, dal canto suo, attende l’udienza per direttissima in programma il 18 settembre prossimo per spiegare le sue ragioni e la sua versione, che fino ad ora, afferma, avrebbe illustrato solo in modo sommario.

    “Non ho consegnato i documenti alla polizia perché quel poliziotto ha cominciato subito a strattonarmi e io mi sono messo sulla difensiva. Mi sono sentito aggredito e prevaricato. E così mi sono chiuso a riccio. Non ho mai avuto problemi con la polizia e i documenti li ho sempre dati quando me li hanno chiesti. Lunedì però è successo qualcosa di diverso, a cui mi sono opposto”, ha raccontato Romero a Repubblica, negando la versione della questura secondo cui a provocare l’agente sarebbe stato il comportamento beffardo nei suoi riguardi.

    “Con il mio avvocato Chiara Bellini (del foro di Vicenza) ho deciso che visioneremo tutti i video, anche quelli ripresi dalle telecamere del Comune in via Roma. Poi faremo le nostre scelte. Mi riservo di agire. Mi sono sentito aggredito e vorrei che cose del genere non capitassero più a nessun altro” Romero afferma di non essere in collera con l’agente, ma di non poter accettare di essere trattato in quel modo. “Penso che sia corretto rispettare l’operato dei poliziotti e che sia corretto essere rispettati dai poliziotti”, aggiunge, affermando che quanto accaduto lunedì 10 agosto lo ha già cambiato: “Ora non dico che ho paura a uscire di casa ma, insomma, sono un po’ preoccupato”.

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