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    Vaccino antinfluenzale: in Calabria è obbligatorio per categorie a rischio

    A sinistra un vaccino, a destra Jole Santelli, governatrice della Calabria

    L'ordinanza della governatrice Santelli è stata impugnata davanti al Tar da un'associazione di cittadini. "La libertà di scelta deve essere garantita e rispettata, soprattutto quando si parla di salute", dice il segretario dell'associazione a TPI

    Di Alessia Bausone
    Pubblicato il 6 Set. 2020 alle 15:43

    In Calabria, dove si è registrato ieri il primo decesso per Coronavirus dalla fine del lockdown, la questione dei vaccini antinfluenzali è stata affrontata dalla presidente Jole Santelli con un’ordinanza che lo scorso maggio ha anticipato le raccomandazioni contenute nella circolare del 5 giugno della direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della salute, intitolata: “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2020-2021”. L’ordinanza regionale, n.47 del 27 maggio 2020,  impone l’obbligo vaccinale, dal prossimo 15 settembre, per le categorie a rischio.

    Il provvedimento, recante “Disposizioni in merito alla campagna di vaccinazione antinfluenzale e al programma di vaccinazione anti-pneumococcica per la stagione 2020-2021“, prende atto che “sulla base della letteratura scientifica, è estremamente probabile una significativa circolazione dell’agente patogeno SARS-CoV-2 e la possibile diffusione di Covid- 19 anche nelle prossime stagioni autunnale ed invernale” e obbliga alla vaccinazione antinfluenzale le persone con più di 65 anni e medici e personale sanitario, sociosanitario di assistenza, operatori di servizio delle strutture di assistenza, anche se volontario.

    Prima dell’ordinanza, esattamente il 24 aprile scorso, veniva indetto un appalto specifico per l’acquisizione di vaccini anti influenzali 2020/2021 per le aziende Sanitarie di Lazio e Calabria di importo complessivo pari a oltre 104 milioni di euro più Iva (per la Calabria, 26 milioni). In Calabria, quindi, dovrebbero arrivare 590mila vaccini antinfluenzali (da parte di Sanofi e SEQIRUS SRL) e 525 mila vaccini anti pneumococco (da parte di PFIZER SRL). Il Commissario alla Sanità Saverio Cotticelli con apposito decreto dello scorso 28 agosto ha dato mandato al Dipartimento Tutela della Salute e Servizi sociali e Socio sanitari della Regione Calabria di procedere alla stipula delle Convenzioni con le società che dovranno fornire i vaccini e lo schema della convezione è stato pubblicato sul Burc (Bollettino Ufficiale della Regione Calabria) due giorni fa.

    Un ricorso al Tar può annullare l’ordinanza

    L’associazione di consumatori e di promozione sociale Codici – Centro per i diritti del cittadino (che tra i suoi compiti vi è quello di promuovere “la salute in ogni suo aspetto” e la “lotta alla malasanità”). ha fatto ricorso al Tar contro l’ordinanza della Regione Calabria che rende la vaccinazione antinfluenzale obbligatoria per le categorie a rischio. In attesa che venga resa nota la data dell’udienza, da Codici confermano: “Abbiamo avviato un’iniziativa per contrastare un provvedimento che riteniamo ingiusto, poggiandosi su basi scientifiche fragili”.

    Contattata direttamente, l’associazione ha fatto pervenire una dichiarazione del segretario nazionale Ivano Giacomelli, secondo il quale: “La libertà di scelta deve essere garantita e rispettata, soprattutto quando si parla di salute. Peraltro, in questo caso specifico abbiamo un provvedimento che impone un obbligo su un vaccino che risulta efficace solo in una quota che varia tra 70 e 85 per cento dei vaccinati. Non solo. Non protegge nemmeno da tutti i ceppi circolanti e non ha valenza a livello di immunità di gregge, perché andrebbe considerata quella nazionale, non quella regionale. A nostro avviso bisogna raggiungere quanto prima il target fissato dall’Oms per quanto riguarda il vaccino antinfluenzale, ma non è questa la strada da percorrere. Per questo abbiamo avviato una campagna per fermare un’ordinanza che giudichiamo ingiusta e sbagliata”.

    Un analogo ricorso contro l’obbligo vaccinale in Regione Lazio è stato respinto lo scorso 10 agosto nella sua fase cautelare perché, come dichiarato dall’assessore alla salute della giunta Zingaretti, Alessio D’Amato: “Il Tar ha riconosciuto che l’ordinanza impugnata risulta sostanzialmente coerente con l’avviso espresso dal Comitato Tecnico Scientifico e ha carattere organizzativo e preventivo ed è di sicura pertinenza dell’Amministrazione regionale e non si presenta, allo stato, come direttamente lesiva della posizione del ricorrente (un medico)”.

    La campagna di informazione sul vaccino antinfluenzale sollecitata dal Ministero della Salute

    Nella circolare emanata lo scorso 5 giugno della direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della salute, intitolata: “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2020-2021”, si raccomanda l’attivazione di campagne di informazione/educazione della popolazione e degli operatori sanitari coinvolti nell’attuazione delle strategie vaccinali e la campagna lanciata da TPI  sui vaccini antinfluenzali va proprio in questo senso.

    “Non c’è tempo da perdere”  ha ammonito lo scorso giugno il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus chiarendo come sia essenziale proteggere il mondo dalla prossima stagione antinfluenzale. La Società italiana di Igiene, medicina preventiva e sanità pubblica, in sintonia con l’Oms ha recentemente ribadito come la vaccinazione antinfluenzale costituisca: “una priorità sia per l’elevato impatto che hanno, in Italia, le sindromi similinfluenzali, con numeri che, in ogni stagione, sono stimati in circa 8-10 milioni di casi, sia a causa delle scarse coperture vaccinali raggiunte che sono intorno al 50 per  cento nella popolazione target (oltre i 64 anni di età) e circa il 25 per cento nei pazienti con fattori di rischio, quindi ben distanti dal 75 per cento quale obiettivo minimo perseguibile”.

    Per il viceministro alla salute Pierpaolo Sileri: “È giusto e necessario, quest’anno, fare il vaccino antinfluenzale” perché, in caso contrario: “il rischio è quello di una sovrapposizione dei sintomi col Covid-19″. Un recente studio scientifico pubblicato sulla rivista internazionale di medicina The Lancet ha dimostrato proprio questo, ossia come alcuni virus influenzali potrebbero facilitare l’ingresso del SARS-CoV-2 nei polmoni. Pertanto, quest’anno saranno 18 milioni le dosi di vaccino antinfluenzale che andranno al Servizio sanitario nazionale, 6 milioni in più rispetto allo scorso anno.

    Nella citata circolare ministeriale afferma chiaramente che “nella prossima stagione influenzale 2020-2021, non è esclusa una co-circolazione di virus influenzali e SARS-CoV-2” e si sottolinea l’importanza della vaccinazione antinfluenzale, in particolare nelle persone ad alto rischio di tutte le età, per semplificare la diagnosi e la gestione dei casi sospetti, “dati i sintomi simili tra Covid-19 e Influenza”. Nel provvedimento si invita anche ad offrire gratuitamente le vaccinazioni antinfluenziali nella fascia d’età dai 60 ai 64 anni, mentre per le persone che svolgono “professioni a rischio” ossia gli esercenti professioni sanitarie e socio-sanitarie che operano i contatti con pazienti e anziani istituzionalizzati in strutture residenziali o di lungo degenza, la vaccinazione è fortemente raccomandata “nella prospettiva di una iniziativa legislativa che la renda obbligatoria”.

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