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    Vaccini: non siamo arrivati a 500mila dosi “al giorno”, ma ne abbiamo fatte 500mila “in un giorno”. E non è la stessa cosa

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 30 Apr. 2021 alle 13:17 Aggiornato il 30 Apr. 2021 alle 14:49

    Il commissario straordinario all’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, ha annunciato nel corso della trasmissione televisiva Porta a Porta di ieri che è stato raggiunto il target di 500mila somministrazioni al giorno di vaccini anti-Covid. Un risultato rivendicato anche dal ministro della Salute Roberto Speranza, che ha parlato di “un gran lavoro di squadra”.

    Effettivamente, nella giornata di ieri sono state somministrate 497.993 dosi di vaccino, per cui si è andati vicini all’obiettivo che era stato fissato. Tuttavia, come invita a riflettere il ricercatore dell’Ispi Matteo Villa, parlare di 500mila dosi di vaccino in un giorno è ben diverso dalle 500mila dosi di vaccino al giorno cui aspira l’Italia.

    “Non è così”, spiega il ricercatore in un tweet, citando le parole di Figliuolo e mostrando il grafico del numero di vaccinazioni giornaliere. “In realtà siamo intorno alle 380.000 dosi al giorno (in salita). Felice per questo traguardo simbolico. Ma l’obiettivo *continuativo* di 500.000 dosi è lontano, e non si fa un gran servizio ad annunciarlo ora”.

    Come spiega Villa, infatti, per capire quante dosi fa attualmente l’Italia “al giorno”, non bisogna prendere le dosi somministrate in una sola data, ad esempio la giornata di ieri, ma la media mobile settimanale. “Ieri potremmo avere superato le 500.000 somministrazioni al giorno ma, per esempio, domenica ne abbiamo fatte 265.000”, spiega il ricercatore.

    “Continuare con la politica degli annunci simbolici, poi disattesa dai fatti, non è un buon servizio alla popolazione, mai”, prosegue Villa in un altro tweet. “Meglio spiegare perché abbiamo mancato l’obiettivo delle 500.000 dosi/giorno al 21 aprile e, insieme, perché NON è grave per l’Italia”. E aggiunge: “A 500.000 *al giorno* NON arriveremo presto. Questo non riguarda chi si sta occupando della campagna, ma l’arrivo o meno delle dosi previste”, precisa.

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