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    Coronavirus, 2.500 cinesi rientrano in Toscana. Burioni: “Niente quarantena? Cittadini sottoposti a rischi evitabili”

    Scoppia la polemica tra il virologo e il governatore Enrico Rossi. Critiche anche dalla Lega e dai cittadini della zona dove sarà creato un ambulatorio ad hoc

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 20 Feb. 2020 alle 08:41 Aggiornato il 20 Feb. 2020 alle 09:02

    Coronavirus, 2.500 cinesi rientrano in Toscana. Burioni: “Niente quarantena? Cittadini sottoposti a rischi evitabili”

    Circa 2.500 persone sono attese in Toscana di rientro dalla Cina, dove molti cinesi – ormai residenti nell’area di Firenze e Prato – erano andati per festeggiare il capodanno lunare, ritrovandosi poi bloccati lì a causa dell’emergenza coronavirus.

    Per loro non è prevista al momento alcuna quarantena obbligatoria, ma la Regione Toscana ha deciso di aprire, d’accordo con il consolato e con la comunità cinese, l’ambulatorio Lilla un punto di screening e assistenza separato. La decisione è stata presa per consentire di fornire risposte rapide a chi presenta sintomi, ma anche evitare la promiscuità con i Pronto soccorso degli ospedali pubblici o gli ambulatori medici ed evitare così rischi per tutta la popolazione.

    Tuttavia, la scelta di non imporre la quarantena alle persone rientrate dalla Cina ha scatenato le polemiche della Lega. “È assurdo che gli italiani rientrati dalla Cina siano in isolamento in un centro militare e i cinesi rientrati in Toscana restino a casa in quarantena volontaria”, ha dichiarato il consigliere regionale del Carroccio Jacopo Alberti.

    A protestare sono stati anche i lavoratori delle aziende che si trovano vicine all’ambulatorio, che si trova all’Osmannoro nel Comune di Sesto Fiorentino. La maggior parte dei cittadini cinesi residenti nell’area arriva dalla provincia di Zheijang, dove sono stati accertati 1.271 casi di coronavirus (2 ogni 100mila abitanti) e nessuna vittima.

    A Prato, dove la comunità cinese è molto consistente, le persone appena tornate dalla Cina si sono messe in auto isolamento, una quarantena volontaria per evitare qualsiasi possibilità di contagio, mentre restano chiuse la scuola di via Pistoiese e l’asilo di via Gobbi. “È una comunità matura”, ha commentato il sindaco Matteo Biffoni sul comportamento degli abitanti cinesi della città.

    La polemica con Burioni

    “La Toscana in materia di prevenzione contro il Coronavirus, seguendo le linee nazionali di sorveglianza attiva, sta facendo più di tutte le altre Regioni”, ha sottolineato in un post Facebook il governatore della Regione Enrico Rossi. “Chi ci attacca o non è bene informato, o è in malafede o è un fascioleghista”.

    “Il Presidente della Regione Toscana, che secondo me sottovaluta il rischio del coronavirus esponendo a rischi evitabili i propri cittadini, afferma che chi lo critica o è male informato o è fascioleghista”, ha commentato il virologo Roberto Burioni. “Lo stesso Presidente che nella sua regione offre l’omeopatia all’interno dell Sistema Sanitario Nazionale. Complimenti davvero”.

    “Non riesco a capire per quale motivo la Regione Toscana si intestardisca ad affermare che la quarantena non è necessaria”, ha scritto il medico. “Sarebbe un minimo sacrificio per i 2.500 cittadini che porterebbe per una grandissima sicurezza per tutti gli altri. Nessuno pretende che vengano rinchiusi in un carcere: basterebbe chiedergli di rimanere a casa per due settimane. La stessa cosa che molte multinazionali chiedono ai loro dipendenti che tornano dalla Cina”.

    “Penso che il prof Burioni fosse male informato”, ha replicato il governatore della Toscana Enrico Rossi. “Peccato, bastava che prima di attaccare chiedesse come stavano le cose. Per chi vuole fare approfondimenti sul lavoro egregio di prevenzione della Regione Toscana in materia di Coronavirus, può leggere la lettera del direttore Asl centro al commissario nazionale Borrelli. Confermo che noi siamo la prima regione nella prevenzione contro il Coronavirus”.

     

     

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