È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Il nuovo numero di The Post Internazionale è disponibile già da ora nella versione digitale sulla nostra App e da domani, venerdì 10 ottobre, in tutte le edicole
È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Il magazine, disponibile già da ora nella versione digitale sulla nostra App, e da domani, venerdì 10 ottobre, in tutte le edicole, propone ogni due settimane inchieste e approfondimenti sugli affari e il potere in Italia, storie inedite e reportage dal mondo, e grande spazio alla cultura con alcuni tra i più importanti intellettuali italiani.
La nostra cover story è dedicata al conflitto tra Israele e Hamas e ai 700 giorni di guerra a Gaza. Dai kibbutz assaltati il 7 ottobre da Hamas alle bombe di Israele sulle tendopoli nella Striscia. Dai raid in Libano, Yemen e Siria al conflitto aperto con l’Iran. Con l’intervento diretto degli Usa. Ecco cos’è successo, mese per mese, negli ultimi due anni in Medio Oriente.
Il piano del presidente Usa ha ricevuto sostegno da (quasi) tutti i Paesi del mondo (incluse Cina e Russia). Ma i palestinesi della Striscia temono di tornare ai tempi del colonialismo. Col tycoon, Netanyahu e Blair a decidere il loro destino. Tutti i nodi della pax trumpiana.
E ancora: L’orrore per i 20mila bambini uccisi a Gaza. L’indignazione per il doppio standard dei nostri governi in favore di Israele. Le immagini del conflitto virali sui social. Così le istanze pro-Pal hanno conquistato anche le società occidentali. Diventando un simbolo della lotta alle ingiustizie.
Qual è il destino geopolitico di Israele? Guerre vinte che non assicurano la pace. Crescenti fratture interne. E un progressivo isolamento nell’opinione pubblica internazionale. Ma l’ombra di Netanyahu, le accuse di genocidio a Gaza e l’occupazione dei Territori palestinesi restano ancora centrali per il futuro di Tel Aviv.
Sulla scia della guerra aumentano gli episodi di antisemitismo. Dagli Usa all’Italia. Mentre il dibattito pubblico confonde intolleranza e critiche a Israele. Ma avvelenare i pozzi rischia di farci dimenticare la Shoah.
In un’intervista a TPI, il politologo Piero Ignazi spiega perché la questione Gaza riempie le piazze ma non ancora le urne. “Quella pro-Pal è una mobilitazione civile che non si vedeva da anni. Ma questi movimenti sociali difficilmente hanno un effetto immediato sulle elezioni. Meloni è nervosa. E si comporta da capofazione con un alto tasso di volgarità. A sinistra mancano i voti degli astenuti”.
Inoltre, un appello a Tajani per far uscire da Gaza alcuni giornalisti. Il 18 ottobre a Roma l’Istituto Ricerche Archivio Disarmo premierà tre reporter palestinesi con le Colombe d’oro. Ma due di loro sono bloccati nella Striscia in attesa del visto. Il presidente di Iriad chiede alla Farnesina di attivarsi: “La stampa è un obiettivo per Israele”.
Perché Valentina Milluzzo è morta? Nel 2016 perse la vita a 32 anni dopo oltre due settimane di ricovero all’Ospedale Cannizzaro di Catania. Era incinta al quarto mese di due gemelli. Anche per i feti non ci fu nulla da fare. I medici che la seguirono sono stati condannati in primo grado, poi assolti in appello. Ma i familiari fanno ricorso in Cassazione.
Infine, un approfondimento sulle ombre della Cop30 in Brasile. La prossima Conferenza Onu sul Clima si terrà tra un mese a Belém, alle porte dell’Amazzonia. Lula è fra i pochi leader a parlare di Ambiente. Ma l’organizzazione dell’evento preoccupa la comunità locale. Tra gentrificazione e una nuova autostrada in mezzo alla Foresta.
Questo e molto altro nel nuovo numero del settimanale The Post Internazionale in edicola da domani e disponibile già da ora nella versione digitale.
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