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    Seconda ondata Coronavirus: il piano ministero-Iss contro l’eventuale aumento dei casi in autunno

    Credits: Ansa
    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 11 Ago. 2020 alle 21:25 Aggiornato il 11 Ago. 2020 alle 21:37

    Seconda ondata Coronavirus: il piano ministero-Iss contro l’eventuale aumento dei casi

    È stato diffuso dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), in collaborazione con il ministero della Salute e il Coordinamento delle Regioni e Province Autonome, il piano (scaricabile qui) contro l’aumento dei casi nell’eventualità in cui si verificasse una seconda ondata di Coronavirus in Italia. Il documento, dal titolo “Elementi di preparazione e risposta a Covid-19 nella stagione autunno-invernale”, è disponibile sul sito Fnomceo ed è stato redatto per “fronteggiare in modo ottimale un eventuale aumento nel numero di nuove infezioni da SARS-CoV-2 nella stagione autunno-inverno 2020-2021”.

    Nel documento vengono descritti 4 scenari possibili: il primo è una “situazione di trasmissione localizzata (focolai) sostanzialmente invariata rispetto ad oggi, con Rt regionali sopra soglia per periodi limitati (inferiore a 1 mese) e bassa incidenza, nel caso in cui la trasmissibilità non aumenti sistematicamente da qui alla fine dell’estate, le scuole abbiano un impatto modesto sulla trasmissibilità e i sistemi di sanitari regionali riescano a tracciare e tenere sotto controllo i nuovi focolai, inclusi quelli scolastici”, mentre nel secondo si parla di “situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile dal sistema sanitario, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente compresi tra Rt=1 e Rt=1.25 (ovvero con stime che superino 1 anche nell’intervallo di confidenza inferiore), nel caso in cui non si riesca a tenere completamente traccia dei nuovi focolai, inclusi quelli scolastici, ma si riesca comunque a limitare di molto il potenziale di trasmissione di SARS-COV-2 con misure di contenimento/mitigazione straordinarie già utilizzate con successo nelle prime fasi”.

    Nel terzo scenario, invece, si parla di una “situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente compresi tra Rt=1.25 e Rt=1.5 (ovvero con stime che superino 1.25 anche nell’intervallo di confidenza inferiore) ed in cui si riesca a limitare solo modestamente il potenziale di trasmissione di SARS-COV-2”, mentre il quarto, quello più catastrofico, lo scenario è di una “situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente maggiori di 1.5 nel suo intervallo di confidenza inferiore per periodi lunghi (almeno 1 mese)”.

    In allegato al documento c’è anche una “checklist”, ovvero uno “strumento operativo inserito a titolo esemplificativo e non vincolante” per “supportare le Regioni/PPAA nel proprio processo di autovalutazione dello stato di preparazione del SSR ad affrontare l’emergenza Covid-19 nel periodo autunnale/invernale e di prioritizzazione delle attività da realizzare prima di tale periodo”. Tra i punti indicati nella “checklist”, l’offerta ospedaliera (dai posti letto al personale), l’organizzazione, la presa in carico dei pazienti Covid, dei contatti e delle persone fragili, con una particolare sezione dedicata alle Rsa, la sorveglianza integrata epidemiologica e microbiologica e, infine, le politiche di prevenzione e controllo delle infezioni e la formazione degli operatori sanitari.

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