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Home » Cronaca

Nel 2022 uccise 82 donne, la metà per mano del partner o dell’ex

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Nei primi nove mesi del 2022 sono stati commessi 221 omicidi in Italia, un dato identico a quello registrato lo scorso anno. In calo il numero di donne uccise, passate da 90 a 82. I crimini commessi nell’ambito familiare o affettivo sono in totale 97, e di questi la stragrande maggioranza, 71, hanno vittime femminili. Più della metà delle donne uccise sono vittime della mano del partner o dell’ex. Questi i dati del report “Il pregiudizio e la violenza contro le donne”, a cura della Direzione centrale della polizia criminale. Aumentano le violenze sessuali, che al 92% vedono vittime le donne: sono 4.416, il 9% in più dello scorso anno. Oltre a tenere il conto dei crimini subiti dalle donne, il rapporto – realizzato in collaborazione con l’università La Sapienza di Roma – ha analizzato gli effetti della legge sul Codice rosso, a tre anni e mezzo circa dalla sua entrata in vigore.

S&D

Il più alto numero di violazioni in questo periodo si registra sui provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Segue “la diffusione di immagini o video sessualmente espliciti”, noto come “revenge porn”: 871 reati fin qui, contro i 1.090 dello scorso anno. Sul reato di “deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso” il dato vede invece vittime prevalentemente al maschile: il 76% delle persone che lo hanno subìto è uomo. Ci sono stati 74 episodi nei primi 9 mesi di quest’anno(+17% rispetto al 2021): la norma è stata introdotta per contrastare i crescenti casi di donne sfregiate dall’acido, ma – rileva il rapporto –  viene applicato anche a tutte le ipotesi che prima venivano ricondotte alle “lesioni personali gravissime con deformazione e sfregio permanente del viso”, rendendo più numerose le vittime maschili.

Alla luce dei dati, il capo della Polizia Lamberto Giannini ha precisato che la violenza sulle donne resta un “fenomeno attualissimo” per il quale “serve una strategia normativa sempre più efficace”. “Occorre «essere sempre più accoglienti – ha aggiunto – e mettere a disposizione delle vittime persone sempre più preparate che facciano capire che non c’è nulla da vergognarsi”.

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