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    “Primi vaccini per il virus pronti entro dicembre”. L’annuncio dell’azienda di Pomezia che lavora con Oxford

    Elisa Granato, ricercatrice italiana tra i volontari coinvolti nella sperimentazione del prototipo del vaccino sviluppato nei laboratori di Oxford. ANSA/BBC
    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 30 Apr. 2020 alle 13:06 Aggiornato il 30 Apr. 2020 alle 13:14

    “Primi vaccini per il virus pronti entro dicembre”. L’annuncio dell’azienda di Pomezia che lavora con Oxford

    Il presidente di Irbm, l’azienda di Pomezia che collabora con lo Jenner Instiute dell’università di Oxford per la ricerca del vaccino contro il Coronavirus, ha annunciato che i primi vaccini per il Covid-19 potrebbero essere pronti entro dicembre, se le sperimentazioni avranno esito positivo. “Entro dicembre, se tutti i test daranno gli esiti positivi che ci auguriamo, ci sarà un primo stock di vaccino anti-Covid disponibile per iniziare la vaccinazione di alcune categorie più fragili”.

    La sperimentazione clinica su volontari sani del potenziale vaccino è iniziata la scorsa settimana su oltre 500 persone in 5 centri nel Regno Unito e i risultati di questa prima fase arriveranno entro maggio. Se saranno positivi, a giugno inizierà la fase ulteriore di test su 5mila soggetti. Finora il vaccino sperimentale è stato somministrato finora ad oltre 320 volontari sani e risulta essere “sicuro e ben tollerato”, come sottolinea la multinazionale AstraZeneca, società con sede a Cambridge che si occuperà di produrre e distribuire in tutto il mondo il vaccino per il Covid-19, secondo quanto annunciato oggi.

    Sul siero arrivano intanto notizie promettenti dal Rocky Mountain Laboratory del National Institutes of Health, nel Montana, che il mese scorso ha inoculato il vaccino sperimentarle su sei scimmie macaco rhesus, poi esposte a grandi quantità del virus Sars-Cov-2. Più di 28 giorni dopo tutti e sei gli animali sono risultati sani, come ha spiegato al New York Times Vincent Munster, il ricercatore che ha condotto il test. “Il macaco rhesus è la cosa più vicina che abbiamo all’uomo”, ha spiegato, precisando che gli scienziati stanno però ancora analizzando i dati.

    Alcuni giorni fa il fondatore di Microsoft Bill Gates ha annunciato che se il vaccino di Oxford funzionerà sarà pronto a finanziarne la produzione. “Se funziona, io ed altri in un consorzio faremo in modo che ci sarà una produzione massiccia”, ha assicurato, intervistato dal Times. ​Secondo Gates, quello messo in campo dalla Oxford University è “uno dei più importanti sforzi in corso”.

     

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