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    Dai frigoriferi al tracciamento delle fiale: ecco il piano del governo per la vaccinazione anti-Covid

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 29 Nov. 2020 alle 11:04

    Il piano del governo per la vaccinazione anti-Covid

    Il prossimo 3 dicembre il ministro della Salute Roberto Speranza presenterà in parlamento il piano del governo per la vaccinazione anti-Covid: ecco alcune anticipazione del programma messo a punto dall’esecutivo. Secondo quanto svelato da La Repubblica, l’idea del governo è quella di creare un hub ogni trentamila abitanti con drive in, palestre, ospedali da campo, oltre ai medici di base e agli ospedali, dove poter vaccinare la popolazione una volta che le prime dosi del siero anti-Covid saranno arrivate. A gestire le vaccinazioni sarà il personale delle Asl, affiancato dagli uomini dell’esercito. L’esecutivo, inoltre, intende promuovere una campagna di comunicazione per sensibilizzare i cittadini alla vaccinazione e per spiegare le modalità della campagna e creare un portale dove poter seguire le dosi di vaccino e sapere dove e quanto potersi vaccinare contro il Covid.

    Nonostante le critiche degli esperti, i quali parlano di “cronoprogramma in ritardo” e di mancanza di “celle frigo, siringhe, e aghi”, il governo è convinto di essere assolutamente in linea con i tempi. Il piano dell’esecutivo cambia a seconda del vaccino predisposto. Il siero elaborato dalla Pfizer, infatti, deve essere conservato a una temperatura che si aggira attorno ai -75 gradi, mentre quelli prodotti da Moderna e Astrazeneca possono essere conservati in normali celle frigorifere e sono dunque più gestibili. Secondo quanto anticipato, il Commissario straordinario Domenico Arcuri avrebbe chiesto a Pfizer di gestire direttamente la logistica con la casa farmaceutica che porterà le prime dosi di vaccino in Italia in circa cento sedi già individuate da Arcuri insieme alle Regioni.

    Si tratta di centri in grado di ospitare i frigoriferi necessari a conservare il vaccino statunitense. In alcune Regioni, come ad esempio il Lazio, ne è stato già disposto l’acquisto, mentre in altre sono state individuate attrezzature già esistenti, come ad esempio i centri trasfusionali dei grandi ospedali che hanno frigoriferi in grado di raggiungere quelle temperature. In caso di necessità, però, il governo potrebbe anche requisire alcune strutture industriali. Resta da capire, e questo nodo verrà sciolto nell’incontro che le Regioni avranno lunedì 30 novembre con i rappresentati della Pfizer, se le dosi verranno consegnate già nelle siringhe, come auspica il governo, o in polvere.

    Secondo Pierluigi Lopalco, assessore alla Sanità della regione Puglia, all’inizio saranno disponibili circa milione e mezzo di dosi: “Significa 150mila dosi per ciascuno dei cento hub. Un numero che siamo sicuramente in grado di gestire”. Il problema, semmai, è quando arriveranno anche le dosi degli altri due vaccini con una campagna che dovrà essere veloce e massiccia e non certo paragonabile a quella del vaccino antinfluenzale, che si è rilevata fallimentare in molte Regioni.

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