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    Il Natale di Papa Francesco: “Non piangiamoci addosso”. E sul vaccino Bergoglio lancia l’appello: “Sia dato a tutti”

    Papa Francesco durante la celebrazione. Credit: EPA/VINCENZO PINTO

    Il pontefice ha presieduto la celebrazione a San Pietro alla presenza di un numero ristretto di fedeli

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 25 Dic. 2020 alle 10:34 Aggiornato il 25 Dic. 2020 alle 13:57

    “La nascita di Gesù è la novità che ci permette ogni anno di rinascere dentro, di trovare in Lui la forza per affrontare ogni prova. Sì, perché la sua nascita è per noi: per me, per te, per tutti noi, per ciascuno”. Sono le parole che Papa Francesco ha pronunciato ieri, 24 dicembre, durante l’omelia per la messa di Natale. La celebrazione quest’anno si è tenuta in anticipo, nel rispetto del coprifuoco imposto dalla pandemia.

    Bergoglio ha presieduto la celebrazione all’Altare della Cattedra della Basilica di San Pietro, in una atmosfera completamente diversa dal solito, a causa del le rigide norme anti Covid, alla presenza di un numero ristretto di fedeli, circa 200 in una basilica che normalmente ne contiene 7mila. Nel suo messaggio di Natale di oggi, invece, Papa Francesco ha rivolto un appello ai governanti affinché il vaccino anti-Covid sia per tutti.

    Papa: “Vaccino per tutti, al primo posto vulnerabili e bisognosi”

    Il vaccino anti-Covid sia dato a tutti, “al primo posto” i deboli e i bisognosi. Lo ha chiesto Papa Francesco, rivolgendosi ai governanti, nel messaggio di Natale.  “Non possiamo lasciare che ci chiudiamo nei nazionalismi, nell’individualismo”, ha spiegato, che rischia di “renderci indifferenti” sulla base delle “leggi del mercato e dei brevetti che sono poste al di sopra delle leggi dell’amore”.

    Il Papa ha evocato “non una fraternità fatta di belle parole, di ideali astratti, di vaghi sentimenti… No”. Semmai è necessaria ora più che mai “Una fraternità basata sull’amore reale, capace di incontrare l’altro diverso da me, di con-patire le sue sofferenze, di avvicinarsi e prendersene cura anche se non è della mia famiglia, della mia etnia, della mia religione; è diverso da me ma è mio fratello, è mia sorella. E questo vale anche nei rapporti tra i popoli e le nazioni”.

    “Nel Natale – sottolinea Bergoglio – celebriamo la luce del Cristo che viene al mondo e lui viene per tutti: non soltanto per alcuni. Oggi, in questo tempo di oscurità e incertezze per la pandemia, appaiono diverse luci di speranza, come le scoperte dei vaccini”. Ma “perché queste luci possano illuminare e portare speranza al mondo intero, devono stare a disposizione di tutti. Non possiamo lasciare che i nazionalismi chiusi ci impediscano di vivere come la vera famiglia umana che siamo. Non possiamo neanche lasciare che il virus dell’individualismo radicale vinca noi e ci renda indifferenti alla sofferenza di altri fratelli e sorelle”.

    “Non posso mettere me stesso prima degli altri, mettendo le leggi del mercato e dei brevetti di invenzione sopra le leggi dell’amore e della salute dell’umanità”, prosegue il Papa. “Chiedo a tutti: ai responsabili degli Stati, alle imprese, agli organismi internazionali, di promuovere la cooperazione e non la concorrenza, e di cercare una soluzione per tutti: vaccini per tutti, specialmente per i più vulnerabili e bisognosi di tutte le regioni del Pianeta. Al primo posto, i più vulnerabili e bisognosi”.

    L’omelia della messa di Natale di Papa Francesco

    Il “tenero pianto” di Cristo bambino “ci fa capire quanto sono inutili tanti nostri capricci. E ne abbiamo tanti. Il suo amore disarmato e disarmante ci ricorda che il tempo che abbiamo non serve a piangerci addosso, ma a consolare le lacrime di chi soffre”, ha detto Papa Francesco nell’omelia.

    “Sorella, fratello, non perderti d’animo”, rassicura il Pontefice: “Hai la tentazione di sentirti sbagliato? Dio ti dice: ‘No, sei mio figlio!’. Hai la sensazione di non farcela, il timore di essere inadeguato, la paura di non uscire dal tunnel della prova? Dio ti dice: ‘Coraggio, sono con te’. Non te lo dice a parole, ma facendosi figlio come te e per te, per ricordarti il punto di partenza di ogni tua rinascita: riconoscerti figlio di Dio, figlia di Dio”.

    “Questo è il punto di partenza di qualsiasi rinascita”, prosegue Papa Francesco. “È questo il cuore indistruttibile della nostra speranza, il nucleo incandescente che sorregge l’esistenza: al di sotto delle nostre qualità e dei nostri difetti, più forte delle ferite e dei fallimenti del passato, delle paure e dell’inquietudine per il futuro, c’è questa verità: siamo figli amati. E l’amore di Dio per noi non dipende e non dipenderà mai da noi: è amore gratuito. Questa notte non trova spiegazione in altra parte: soltanto, la grazia. Tutto è grazia. Il dono è gratuito, senza merito di ognuno di noi, pura grazia. Stanotte, ci ha detto san Paolo, ‘è apparsa infatti la grazia di Dio’. Niente è più prezioso”.

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